spider ha scritto: Gianni Lancia era un ingegnere, ma prima di tutto un grande appassionato di auto e di corse, era molto amico di Alberto Ascari, frequentava un jet-set che era ricco di gentleman drivers e , secondo me, era un po' visionario. L'impulso dato all'attività sportiva portò grande notorietà al marchio, ma anche l'Azienda sull'orlo della bancarotta la società.
La famiglia Pesenti ed il Credito Lombardo dovettero correre ai ripari cercando di trarre il maggior frutto dal blasone, ma con attenzione a quello che il mercato chiedeva. Ritengo ingeneroso identificarne la gestione solo con i due modelli meno prestazionali che erano allora in listino. La Fulvia, con i suoi comodi sedili in panno Lancia, le finiture in acciaio inox, l'ampio baule e la facilità di guida data dalla trazione anteriore, era ideale per la signora elegante che all'inizio degli anni sessanta iniziava ad avere la sua autonomia, ma non era assolutamente interessata a correre; per altro il marito la poteva portare al lago con una Flaminia Touring.
Negli anni sessanta gli autisti in livrea portavano in giro per le strade delle nostre città giudici,politici e piccoli cummenda con una comodissima,silenziosa ed apparentemente anonima Flavia 1500 berlina. Gli stessi ospiti nel fine settimana alla guida di una Flavia coupè Pininfarina o Zagato, si sfidavano in pista o nelle numerose gare in salita, spesso mantenedo camicia e cravatta. Non dimentichiamoci che proprio Lancia Flavia fu la prima auto utilizzata dalla Scuderia HF.
E' grazie alla produzione di massa che si sono sempre potute finanziare le serie sportive, mai viceversa.
Non è del tutto esatto quello che dici, spider. Gianni Lancia era tutt'altro che visionario. Solo che, purtroppo per lui, deteneva solamente il 15% delle quote azionarie Lancia. E molti suoi piani che avrebbero portato la Lancia a diventare grande, restarono lettera morta per l'opposizione familiare (la madre soprattutto) che non ne voleva sapere. Gianni aveva una visione lungimirante. Fu lui a insistere sulla necessità dell'ammodernaento delle strutture produttive e sulla necessità di un nuovo stabilimento. Cosa fece la madre, che aveva la maggioranza? Comperò del ferrovecchio a Bolzano, convinta di fare chissà quale affare. (Fonte: Uomini Lancia, di Lorenzo Calvani)
La produzione di serie finanzia le corse, e questo è verissimo, ma non è sempre scosì. Nel caso odierno della McLaren è vero l'esatto contrario.
Le corse? Se Vincenzo Lancia voleva imporre sil mercato la propria produzione di serie, doveva fare da contraltare alla fama sportiva dell'Alfa Romeo. Come? Vincendo le corse e prendendo, con la D50, il posto nel ricordo della gente dell'Alfetta 158 e 159 in formula uno.
Per rispondere a Karme: la Flavia è nata nel '60 la Fulvia nel '63. Quale ha cominciato a correre per prima?