Carrozziere sotto accusa: “Catorci? Rifiuti? Macché, erano Fiat d’epoca da restaurare”
L’artigiano alessandrino si difende: “Riparo le vecchie auto per la passione del collezionismo”
Tribunale di Alessandria
Un carrozziere alessandrino è accusato di aver accumulato una montagna di rottami considerati rifiuti speciali non pericolosi. E’ da questa imputazione che Aldo Grassano, 55 anni, di Spinetta Marengo, difeso da Laura Pianezza, deve ora difendersi in processo.
Il fatto è che lui non li aveva mai considerati rifiuti, anzi: pezzi vecchi sì, ma non decrepiti, ai quali con abile manualità, passione e ingegno restituiva vita nuova di cui fare addirittura sfoggio.
Nel deposito attiguo all’officina che gli ispettori provinciali gli contestarono come illecito e per il quale il pm lo ha incriminato, c’erano alcune vecchie auto. Tutte Fiat: una mitica 500 di colore azzurro, una 600, una 124 coupé e una 850 famigliare color verdino. Merce da sfasciacarrozze? Certo che no, è la tesi difensiva che Grassano oppone: «Quelle vetture sono destinate a essere riparate, pezzo per pezzo e con cura, e messe a punto per partecipare a raduni di auto d’epoca».
Il difensore ha chiamato a testimoniare alcuni vecchi proprietari che le avevano donate o gliele avevano affidate per il restauro, ma ha anche prodotto certificati che attestano la «resurrezione» di quelli che a occhio non appassionato potevano essere ritenuti dei catorci. In particolare, è stato consegnato al giudice Andrea Perelli il documento rilasciato dal Registro Fiat Italiano che certifica una Seicento del 1960 «meritevole di restauro e patrimonio di interesse storico e collezionistico». Il 24 maggio saranno ascoltati i testimoni.
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