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Strategie produttive europee

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karme70
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Promemoria primo messaggio :

Sta FIat marpionne made fa sempre più ribrezzo. Comportamenti vomitevoli. In quanto alla tipo dobbiamo considerare che è proprio il pianale tipo-tempra che è servito da base per dedra e 155. QUindi è proprio molto naturale che studiassero qualche alternativa sportiva su quel pianale. In fondo è un buon pianale e l'estrema semplificazione dell'ancoraggio degli accessori lo rende molto "plasmabile" per diverse soluzioni. In quegli anni la 155 spopolava in pista ma se ci pensate il pianale era quello di un'auto progettata per il tutto avanti e per destinare spazi immensi a passeggeri e bagagli. Alla fine a parte motore e pilota davanti girava in pista con 6 metri cubi di aria dal sedile al rivestimento posteriore ! La 75, con la trazione posteriore era più equilibrata ...magari un pò più scomoda per una famiglia!

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Stephane ha ragione!!! E' il meccanismo che non funziona.....Intanto il divario fra dirigenza e classe operaia è troppo ampio! negli anni 60 70 era in rapporto 1:5 (Vittorio Valletta riceveva uno stipendio che era 5 volte quello dell'impiegato) ....adesso parliamo di stipendi moltiplicati da centinaia a migliaia di volte. Inoltre il premio di produttività è basato esclusivamente sul principio del profitto e dell'efficienza. E' chiaro che il licenzimento di buona parte degli operai nel periodo di magra crea un beneficio immediato. In un'ottica "globalizzata" Il licenziamento degli operai dovrebbe essere considerato un "malus" per la valutazione dei risultati perchè crea benessere per l'azienda immediato ma malessere sociale sul lungo periodo causando la riduzione della capacità di acquisto da parte della popolazione .....è come il discorso che vi facevo tempo fa: bravo il commerciante, il libero professionista , l'artigiano che compra bmw , audi , mercedes .......non si lamenti però poi se si trova l'attività senza clienti.....perchè buona parte di quei clienti persi erano operai che "grazie" alla sua scelta sono stati licenziati dalla Fiat o da aziende dell'indotto . Non credo che gli operai della bmw, della mercedes verranno a servirsi nel suo negozio/attività . Bravo pirla!!!!!

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karme70 ha scritto:
è come il discorso che vi facevo tempo fa: bravo il commerciante, il libero professionista , l'artigiano che compra bmw , audi , mercedes .......non si lamenti però poi se si trova l'attività senza clienti.....perchè buona parte di quei clienti persi erano operai che "grazie" alla sua scelta sono stati licenziati dalla Fiat o da aziende dell'indotto . Non credo che gli operai della bmw, della mercedes verranno a servirsi nel suo negozio/attività . Bravo pirla!!!!!


D'accordo, ma il gruppo Fiat ha praticamente abbandonato parecchi segmenti. Quei pochi nei quali ora è presente o lo fa con auto vecchie, o prodotte al di fuori dell'Italia. Non è sempre colpa dell'edonistico cliente! Se il gruppo Fiat non produce l'auto che voglio, mi ritengo libero di comprarla da chi mi pare. Rolling Eyes

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Però quando la Fiat le produceva (intendo auto di segmento elevato) c'era comunque chi le snobbava! E se se siamo arrivati a questo punto è anche grazie allo spirito nazionalistico (zero) degli italiani......ormai siamo costretti a comprare estero perchè in certi segmenti FIat è inesistente

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karme70 ha scritto:
Però quando la Fiat le produceva (intendo auto di segmento elevato) c'era comunque chi le snobbava! E se se siamo arrivati a questo punto è anche grazie allo spirito nazionalistico (zero) degli italiani......ormai siamo costretti a comprare estero perchè in certi segmenti Fiat è inesistente


Ma alla Fiat non costerebbe nulla importare dei veicoli che sono commercializzati dalla sua rete all'estero. Esempio: cosa sarebbe costato loro di importare la Linea (che avrei comprato al volo) e magari derivarne una piccola familiare? Oppure, per sviluppare una linea economica a prezzi-discount come hanno fatto alcune concorrenti europee, perché non importano modelli come la Mille magari con il marchio Innocenti come facevano una quindicina di anni fa? Ma neanche quello fanno!
Ritengo che ora più che mai ci sia bisogno di auto economiche come lo erano la Palio Weekend e la Panda "vera". Chi ne ha preso il posto in Fiat? Nessuno, vuoto assoluto (non ditemi la Seicento perché questa è ancora in produzione a causa del fatto che in Polonia è ancora abbastanza richiesta). Quindi la gente che cerca mezzi pratici e poco costosi si orienta verso le marche coreane, anche perché ormai il costruttore nazionale ha abdicato al ruolo di motorizzatore dei ceti meno abbienti sul quale aveva costruito una reputazione abbastanza consolidata. Signor M., se mi legge, sappia che non si vive di sole 500! Rolling Eyes


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Eì mia convinzione, come ho ribadito più volte, che data la nostra situazione economica disastrosa in Europa ci abbiano presi a patto che diventassimo dei "consumatori totali" dei prodotti degli altri paesi e non esportatori. Per questo motivo il nazionalismo è diventato tabù e per ogni auto italiana venduta in territorio nazionale ce n'è una straniera in meno .....e questo non è gradito ai nostri "partners" europei. Aggiungici l'innata esterofilia degli italiani ed ecco la ricetta per mandare a fondo un'economia! E questo spiegherebbe molte scelte "disgraziate" della nostra industria che si è fatta scappare tutte le occasioni migliori. Probabilmente a causa di questo patto silenzioso gli unici mercati in cui ci possiamo imporre sono quelli dell'est e il sud america

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karme70 ha scritto:
E' mia convinzione, come ho ribadito più volte, che data la nostra situazione economica disastrosa in Europa ci abbiano presi a patto che diventassimo dei "consumatori totali" dei prodotti degli altri paesi e non esportatori. Per questo motivo il nazionalismo è diventato tabù e per ogni auto italiana venduta in territorio nazionale ce n'è una straniera in meno .....e questo non è gradito ai nostri "partners" europei.


Questo è richiesto a tutti i membri della UE o a qualunque paese che si faccia prestare soldi dall'FMI, poi c'è chi ignora questa regola non scritta.
Io credo che senza andare a scomodare i nostri vicini della cosidetta Europa (che si tutelano eccome, senza se e senza ma, prima pensano a loro poi forse all'UE!), prima di tutto per il popolo italiano ci sia da fare un profondissimo esame di coscienza.
Abbiamo fatto finta di niente per tanto, troppo tempo. Abbiamo lasciato fare a politici, bancari, industriali e grandi capitalisti operanti con il capitale pubblico (leggasi Telecom ecc...) tutto quello che volevano senza interessarci minimamente. Il nostro popolo si è ignobilmente voltato dall'altra parte quando sono esplosi scandali ed episodi di bieco malcostume. Tanto, credevamo, andava tutto bene ed era troppo faticoso controllare se ciò era vero.
Adesso è arrivata la resa dei conti e le "democrazie da operetta" come la nostra dove la gente è indifferente (o anestetizzata dai media?) e spesso connivente con l'illegalità stanno per essere travolte dai debiti che altre istituzioni, anche internzionali, hanno contratto con soldi che neanche avevano. Recitiamo il Mea culpa, mea maxima culpa, è l'ultimo scatto di umiltà ed orgoglio che ci resta...

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Per fortuna che non lo penso solo io allora! E mi davano del paranoico.......ma ti pare che questi potevano prenderci in Europa con le pezze al sedere che avevamo nel 2002 ????

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No Karme, non sei il solo a pensarla così.
Il problema è che, per usare una definizione del filosofo Eraclito, siamo ancora troppo pochi ad essere svegli e ancora troppi ad essere dormienti. In Italia questo rapporto ha ormai assunto dimensioni ben più che preoccupanti, tuttavia all'estero stanno solo un po' meglio di noi.

Faccio inoltre un'altra previsione: la crisi non è affatto finita, siamo attualmente in media res. Non so se l'avete notato, ma il differenziale tra Buoni del Tesoro ed il Bund tedesco è risalito ad oltre 400 punti e quello della Spagna è a circa 430, per non parlare del clamorosi 125 di quello francese (ricordo che il record dello spread di quest'ultimo paese è 128 punti). Ora, chi credete che guadagnerà da questa situazione? Certamente le banche, che incamereranno tassi d'interesse da capogiro anche se il paese fallisse. I perdenti a questo Risiko planetario sono, come sempre e comunque, i cittadini. La prova? La Grecia è tecnicamente fallita, ma i vari sacrifici economici richiesti al loro popolo servono solo ed esclusivamente per coprirele perdite che le banche (in maggior parte tedesche, britanniche e francesi) che hanno investito nei loro buoni, non certo per rimettere il paese in condizioni di crescere. Ovviamente anche là non si parla di un piano per la ripresa economica, esattamente come da noi e la ragione -semplicissima- è che gli istituti di credito che di fatto governano varie nazioni (tra cui la nostra) non sono interessati alla crescita economica ma solo a riprendere un po' di denaro che hanno investito. Per le banche non esiste il domani, ma solo il saldo di oggi.

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Ma che crisi??? In Francia l'abbiamo dimenticata dato il fatto che stiamo per votare il nuovo presidente. In questo momento siamo nel mondo meraviglioso di Disney, tutti ci promettono il paradiso per prendere il posto...
O piuttosto per fare in modo che i dipendenti delle banche di investimento possano conservare i loro posti strategici, cosi potrano continuare a giocare a creare artificialmente penurie di materie prime o di capacità a rimborsare debbiti, generando profitti per loro e facendo soffrire le popolazioni... dando loro la colpa per via dei media che controllano.
Big brother del 2012 è peggio di quello di 1984, il condizionamento più "soft" è ancora più difficile da riperire e combattere....

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Manolete ha scritto:
No Karme, non sei il solo a pensarla così.
Il problema è che, per usare una definizione del filosofo Eraclito, siamo ancora troppo pochi ad essere svegli e ancora troppi ad essere dormienti. In Italia questo rapporto ha ormai assunto dimensioni ben più che preoccupanti, tuttavia all'estero stanno solo un po' meglio di noi.

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grazie per il bel pensiero.......sì ho l'impressione che troppi siano anestetizzati da calcio, pay tv e tante altre amenità.......c'è poca attenzione per quello che succede nel paese. Oggi ci aumentano altri 10 cent di accise per la protezione civile

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OPEL/ Astra rischia la delocalizzazione (parziale) in Polonia

OpelRüsselsheim (Germania) – Secondo il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, una parte della produzione di Opel Astra potrebbe venire trasferita in Polonia.

La controllata di General Motors è sotto stretta osservazione da parte della casa madre americana che esige un taglio dei costi anche con una riduzione della capacità produttiva. I sindacati tedeschi temono da tempo il ridimensionamento, se non la chiusura, dello stabilimento di Bochum. A rischio è però anche la fabbrica inglese di Ellesmere Port.

In Polonia (a Gliwice) verrebbero costruite 10 mila Astra, in pratica un terzo di quelle che escono oggi dalle linee di assemblaggio di Rüsselsheim, dove a causa della minor richiesta si lavora 4 giorni la settimana. La diffusione dei dati di vendita del primo trimestre 2012 (Opel e Vauxhall hanno ceduto il 15,8%) non ha certo rasserenato il clima.

http://www.hubcomunicazione.it/asapress/8-attualita/46404-opel-astra-rischia-la-delocalizzazione-parziale-in-polonia

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Ford
A Colonia produzione a singhiozzo

La Ford si appresta a sospendere la produzione nello stabilimento di Colonia per alcuni giorni a settimana fino al prossimo ottobre. La notizia è stata diffusa dall'agenzia Reuters, secondo la quale la decisione è legata alla debolezza della domanda nel mercato europeo, dove la crisi del settore auto fa sentire i suoi nefasti effetti in maniera sempre più pesante.

Stop a singhiozzo. Un portavoce della sede tedesca della Casa ha riferito che il numero totale di giorni di stop dell'impianto non è ancora stato definito, anche se saranno almeno otto le giornate d'interruzione della produzione fino alla metà luglio. In tal modo, secondo le previsioni del quotidiano locale Koelner Stadt-Anzeiger, la produzione della Fiesta si ridurrà di oltre il 6% a 345 mila veicoli quest'anno.

Tagli alla produzione. Il numero uno della Ford Germania, Bernhard Mattes, avrebbe confessato alla Reuters che già il mese scorso la società avrebbe già in parte tagliato la produzione nei suoi due stabilimenti tedeschi di Colonia e Saarlouis, senza però fornire ulteriori dettagli. Un fatto preoccupante che evidenzia ancor di più lo stato di salute del settore nel Vecchio Continente. A marzo, d'altra parte, le immatricolazioni della Ford in Europa secondo i dati dell'Acea sono diminuite dell'7,7%, pari a 128.580 unità, mentre nel primo trimestre 2012 il calo è stato del 6,5% (275.717 consegne).

http://www.quattroruote.it/notizie/industria/ford-a-colonia-produzione-a-singhiozzo

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Una cosa è certa: se avevano fatto i conti ipotizzando che ogni famiglia potesse campiare l'auto una volta l'anno ....beh, non c'eravamo proprio! Ci sono state campagne di rottamazione e poi notevoli incentivi fiscali e aziendali per indurre i risparmiatori a cambiare l'auto....ma può andare bene una volta, poi due anni dopo convinci i più resistenti....ma con le attuali condizioni di "stretta fiscale" non può una famiglia indebitarsi ogni 3 - 5 anni per sostituire l'auto! L'auto è come le scarpe: le paghi , magari care, e una volta messe non valgono più nulla! Ormai la gente lo ha capito! Bisogna essere pazzi per pensare ad un ricambio del parco biennale e non si può basare tutta l'economia sul consumo spropositato di auto ed elettrodomestici

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Opel
L'Astra lascia Rüsselsheim

La notizia diffusa negli scorsi giorni dal Frankfurter Allgemeine Zeitung, che aveva riferito dello stop alla produzione della Opel Astra nello stabilimento di Rüsselsheim, ha destato alcune preoccupazioni sulla sorte dello storico stabilimento tedesco.

Produzione ridotta. Al di là del clima di legittima incertezza - evidentemente amplificata dalla situazione di mercato tutt'altro che rosea - va detto che l'impatto della decisione di chiudere la linea di montaggio dell'Astra a Rüsselsheim è marginale: nel 2011 - anno di avvio della produzione dell'Astra nello stabilimento tedesco - sono uscite appena 18.300 Astra, a fronte delle 328.900 prodotte in totale (gli altri siti produttivi sono in Polonia e in Inghilterra).

Il futuro con PSA. Rüsselsheim è dove si producono le Opel/Vauxhall Insignia - 149.800 esemplari nel 2011 - e le quasi gemelle Buick Regal (12.600 pezzi l'anno passato). Alla fine dello scorso mese di aprile, inoltre, è stata festeggiata la 500millesima Insigna prodotta. Nel futuro della fabbrica tedesca, infine, potrebbe esserci addirittura l'avvio della produzione della prossima generazione della Citroën C5, in seguito all'alleanza sinergica tra la General Motors e il Gruppo PSA.

http://www.quattroruote.it/notizie/industria/opel-l-astra-lascia-russelsheim

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GM/ In vendita l'impianto di Strasburgo che fabbrica cambi

gmStrasbourg (Francia) – General Motors ha annunciato di voler vendere lo stabilimento francese di Strasburgo dove sviluppa e costruisce trasmissioni a 6 marce prevalentemente destinate al mercato europeo. Nella fabbrica lavorano un migliaio di addetti.

Anche questa “dismissione” - che segue l'annunciata “smobilitazione” in Germania con il depotenziamento degli impianti di Bochum e Rüsselsheim (dove la produzione di Opel Astra è assicurata solo fino a fine 2014) – si inserisce nella politica di razionalizzazioni del gruppo che ha perso 16 miliardi di dollari in Europa negli ultimi 13 anni.

L'obiettivo è la riduzione dei costi legati al lavoro: in Germania ed in Francia è più elevato che, ad esempio, in Polonia. GM vuole anche contrattare con i sindacati accordi più favorevoli.

http://www.hubcomunicazione.it/asapress/8-attualita/46603-gm-in-vendita-lo-stabilimento-di-strasburgo-che-costruisce-trasmissioni

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Opel/ ristruttura, la Astra sarà prodotta solo in 2 stabilimenti
Piano investimenti da 11 mln ma si teme per impianto Bochum

Roma, 14 mag. (TMNews) - Opel, afflitta da una capacità in eccesso di un milione di vetture all'anno, si appresta a varare una dura ristrutturazione che potrebbe anche contemplare la prossima chiusura di un impianto produttivo. Anche se i vertici della casa automobilistica tedesca - controllata dalla General Motors - hanno rinnovato l'impegno di mantenere aperta la fabbrica di Ruesselheim, la più grande del marchio in Germania, la produzione della Astra, il modello più popolare, potrebbe essere trasferita da tale impianto per restare solamente su tre turni nelle fabbriche di Ellesmere Port, nel Regno Unito e di Gliwice in Polonia. Lo ha reso noto il presidente di Opel Karl-Friederich Stracke in un incontro con i dipendenti, secondo quanto riportato dall'emittente Deutsche Welle.

La decisione del marchio con il lampo cerchiato segue le insistenti voci secondo le quali la General Motors starebbe progettando la chiusutra di uno o due impianti in Europa. Voci che si aggiungono a quelle dello spostamento di una linea di produzione dallo stabilimento di Bochum, che ha oramai 50 anni, a Ruesselheim per compensare la perdita della produzione della Astra. In questo caso, la sorte dell'impianto di bochum potrebbe essere segnata.

Nel suo incontro con i lavoratori Opel Stracke non ha menzionato chiusure di impianti ma ha parlato solo di investimenti per 11 miliardi di euro per tornare alla redditività. Segnalando che tre nuove versioni di motori saranno introdotte nei prossimi 18 mesi, il top manager ha promesso una "offensiva di nuovi modelli" mirata a "migliorare in modo sostanziale i margini di profitto e i ricavi entro il 2016.

http://www.tmnews.it/web/sezioni/news/PN_20120514_00198.shtml

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Volkswagen: sciopero di due ore per chiedere aumenti del 6,5%

Wolfsburg, 15 mag (Adnkronos/Dpa) - Circa 20 mila dipendenti del gruppo automobilistico tedesco Volkswagen hanno partecipato oggi a uno sciopero di due ore proclamato per chiedere un adeguamento dei salari, con un aumento medio del 6,5 per cento. "Volkswagen guadagna miliardi. Non si stanca di dare buone notizie ai media mentre ai dipendenti i signori del consiglio di amministrazione non fanno nessuna offerta", ha detto il presidente del consiglio di fabbrica Bernd Osterloh, in un discorso tenuto davanti alla sede amministrativa.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Volkswagen-sciopero-di-due-ore-per-chiedere-aumenti-del-65_313305768380.html

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GM: pronti a decisioni impopolari in Europa

(AGI) Roma - General Motors e' pronta a prendere "decisioni impopolari" per migliorare l'efficienza degli impianti europei sottoutilizzati: e' quanto affermato da Karl Stracke, a capo della Opel, controllata europea del colosso automobilistico, in un'intervista al Wall Street Journal. Per il futuro, Opel punta ad alleanze vantaggiose, come quella stretta di recente con Psa Peugeot Citroen. "Siamo in contatto con colleghi Gm a Detroit e Shanghai per vedere se possiamo costruire veicoli Chevrolet in Europa per aumentare la capacita' di utilizzo", ha aggiunto Stracke .

http://www.agienergia.it/NewsML.aspx?idd=114042&id=67&ante=0



Opel: vuole portare tutta la produzione della Corsa in Spagna

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Berlino, 19 mag. (Adnkronos/Dpa) - La casa automobilistica tedesca Opel vuole concentrare la sua produzione del modello Corsa nello stabilimento spagnolo di Saragozza. Lo scrive il settimanale "Focus". Il Ceo della societa', Karl-Friedrich Stracke, secondo "Focus", avrebbe preso la decisione dopo aver visionato uno studio interno per dismettere la produzione della Corsa nello stabilimento di Eisenach in Germania dal 2014, quando arrivera' il nuovo modello. Lo stabiliemnto di Saragozza sarebbe stato prescelto per produrre il nuovo modello della Corsa, oltre ai modelli Meriva e Combo. L'impianto spagnolo nel 2011 ha prodotto anche 216.000 Corsa. A causa della scarsa domanda, tuttavia, l'impianto funziona al 60 percento della capacita'.

http://www.adnkronos.com/IGN/Altro/Opel-vuole-portare-tutta-la-produzione-della-Corsa-in-Spagna_313319347892.html



Opel Astra
La prossima generazione sarà prodotta in Polonia e Gran Bretagna

La notizia era stata lanciata nei giorni scorsi dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, e oggi è stata confermata in via ufficiale dalla General Motors: a partire dalla prossima generazione, l'Opel Astra non sarà più prodotta presso la storica sede della Casa tedesca, a Rüsselsheim. Le fabbriche europee designate per l'assemblaggio della vettura rimarranno dunque quella britannica di Ellesmere Port e quella polacca di Gliwice.

Debutto nel 2015. Nell'impianto inglese, in particolare, i dipendenti hanno sottoscritto un nuovo contratto di lavoro, accettando una maggiore flessibilità e un taglio dei costi fissi, e assicurando alla fabbrica la produzione dell'Astra per l'intero ciclo vitale della prossima generazione. La nuova Astra entrerà in produzione nel 2015, e a partire da quella data, secondo le aspettative del costruttore, entrambi gli stabilimenti - portati a regime operando su tre turni - risulteranno redditizi.

Trecento milioni sul piatto. La Opel ha annunciato l'intenzione di investire 300 milioni per adeguare le due fabbriche in vista dell'arrivo della nuova generazione. Secondo le attese, questo importante avvicendamento generazionale creerà nuovi posti di lavoro, sia all'interno delle fabbriche stesse che nel tessuto dell'indotto locale.

Le implicazioni per l'asse GM-PSA. In riferimento alla geografia produttiva futura degli impianti gestiti dalla Opel, è importante sottolineare come nella nota odierna, la casa abbia confermato il proprio impegno nei confronti di Rüsselsheim: anche al termine del ciclo produttivo delle attuali Astra e Insignia, la fabbrica rimarrà nel cuore delle operazioni. L'annuncio pare una conferma diretta alle recenti indiscrezioni secondo cui proprio in Germania nasceranno le prossime Insignia e C5, figlie del recente matrimonio d'interesse che ha portato GM ad acquisire il 7% di Peugeot-Citroën.

http://www.quattroruote.it/notizie/industria/opel-astra-la-prossima-generazione-sara-prodotta-in-polonia-e-gran-bretagna



OPEL/ Sindacato: possibile "dura battaglia" per i siti tedeschi

OpelFrankfurt a/M (Germania) – Il sindacato IG Metall non è disposto ad accettare gli annunciati ridimensionamenti dei siti produttivi di Opel in Germania per difendere i quali è disposto ad una "dura battaglia". Nei giorni scorsi, invece, c'era stato uno sciopero spontaneo dei dipendenti di Volkswagen che chiedevano aumenti di salario.

Il Ceo Karl Friedrich Stracke ha anticipato che la prossima generazione di Opel Astra verrà prodotta solo nel Regno Unito ed in Polonia. Il trasferimento ad Ellesmere Port è stato reso possibile dal nuovo accordo accettato dai lavoratori del sito d'oltremanica per una maggiore flessibilità. Armin Schild, uno dei responsabili della sigla IG Metall nonché membro del consiglio di sorveglianza, ha contestato la scelta di Opel di contrapporre i dipendenti dei diversi stabilimenti: l'obiettivo del marchio tedesco di GM è quello di razionalizzare la produttività con tre turni di lavoro e quindi sfruttando ogni impianto al massimo delle sue potenzialità.

Il timore è il ridimensionamento della fabbrica di Rüsselsheim e la chiusura di quella di Bochum. Secondo Schild, Opel è penalizzata dalla scelta strategica che impone al marchio di essere presente solo nel difficile contestato europeo e non su altri mercati, quelli più redditizi.

http://www.hubcomunicazione.it/asapress/8-attualita/46709-opel-sindacato-possibile-qdura-battagliaq-in-germania

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Opel
La vecchia fabbrica di Rüsselsheim a rischio riconversione

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La storica fabbrica della Opel a Rüsselsheim potrebbe andare incontro a un destino di riconversione: secondo una notizia riportata da AutoBild, sul sito dello stabilimento tedesco (o meglio, su una parte delle sue vecchie aree produttive) potrebbe sorgere in futuro un centro commerciale. Stando alle anticipazioni, i lavori - che stanno già facendo discutere - potrebbero iniziare anche entro la fine dell'anno.

Il centro commerciale Opel Forum. Il nuovo insediamento commerciale, chiamato per il momento Opel Forum, sarà in grado di ospitare circa cento negozi. Per realizzare questa nuova meta dello shopping, potrebbe essere necessario demolire una parte della vecchia fabbrica: la zona interessata dal progetto comprende anche la sezione dello stabilimento in cui, nel 1924, venne installata per la prima volta una catena di montaggio in Germania.

Le proposte alternative. Come era lecito aspettarsi, una parte della cittadinanza si è attivata costituendo un comitato che ha preso l'inequivocabile nome di "Pro Opel Altwerk", e che si batte per la tutela della vecchia fabbrica: l'associazione ha formulato una proposta alternativa di reimpiego della parte delle strutture oggetto di discussione. Il progetto alternativo non contempla demolizioni, ma una trasformazione in parte in area museale, in parte in alloggi studenteschi.

http://www.quattroruote.it/notizie/industria/opel-la-vecchia-fabbrica-di-russelsheim-a-rischio-riconversione

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A quanto pare non è solo la Fiat a fare affari d'oro con la vendita dei terreni dei propri insediamenti industriali per costruire edifici civili residenziali e commerciali

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General Motors
Nuovi piani per Opel in Europa

La General Motors ha diffuso un importante aggiornamento sull'assetto della produzione europea del marchio Opel, e grazie ai nuovi accordi stretti con le rappresentanze sindacali, rimanderà eventuali licenziamenti al 2016. La prevista contrazione della domanda europea in corso quest'anno, porterà a una riduzione del 20% delle vendite rispetto ai cinque anni precedenti, un dato che richiede interventi urgenti e di più ampio respiro.

I piano per le fabbriche. Le novità riguardano sia il sito di Bochum, che proseguirà l'assemblaggio della Zafira e per il quale sarà evitata la chiusura almeno fino al 2015, sia le fabbriche di Rüsselsheim, Eisenach e Kaiserslauter, dove saranno confermati i tre turni per impiegare tutta la fornza lavoro disponibile. La GM ha confermato che una delle opzioni possibili riguarda l'assemblaggio di veicoli non appartenenti al brand Opel negli stabilimenti europei, ipotesi che permetterebbe anche di ridurre le importazioni di vetture e componenti. Il riferimento potrebbe riguardare i modelli della Chevrolet e la relativa componentistica, ma anche e soprattutto il recente accordo con il Gruppo Psa, che potrebbe aprire una serie d'interessanti alternative, producendo veicoli da esportare poi sui mercati emergenti, come Russia e Cina.

Gli investimenti. Il prossimo 28 giugno, inoltre, la dirigenza Opel voterà un piano d'investimenti per i prossimi quattro anni, che porteranno all'introduzione di ventiquattro nuovi modelli e tredici propulsori di nuova generazione, con tre inedite famiglie e nuovi varianti ecologiche, sulla scia della tecnologia proposta sulla nuova Ampera. Saranno esplorati nuovi segmenti di mercato e già si parla di un'inedita cabrio Premium, della quale, per il momento, non si conoscono dettagli.

Una prospettiva per il futuro. Berthold Huber, presidente di IG Metall, ha dichiarato: "L'accordo raggiunto rappresenta un impegno verso lo sviluppo di Opel e un'opportunità per i suoi siti produttivi. Le parti hanno dimostrato di essere estremamente responsabili nei confronti dei dipendenti. L'accordo è solo l'inizio. Opel ha preso tempo per sviluppare il marchio sulla base del know-how dei propri lavoratori e per identificare un piano sostenibile per il futuro di tutti i suoi siti. Ci aspettiamo che queste non siano solo parole, ma che GM e il consiglio di amministrazione di Opel sostengano i piani con gli investimenti necessari. Chiediamo una prospettiva per i dipendenti di ogni struttura. Si tratta di una questione generale, ossia del futuro di Opel."

Tradizione tedesca. Opel, che ha 20.800 dipendenti in Germania e oltre 40.000 in Europa, resterà comunque legata alla propria tradizione: circa la metà degli investimenti da oggi al 2016, infatti, saranno rivolti alle attività tedesche.

http://www.quattroruote.it/notizie/industria/general-motors-nuovi-piani-per-opel-in-europa

Non riguarda le auto però...

Nokia annuncia 10.000 tagli
e vende Vertu agli svedesi
Entro il 2013 la casa finlandese chiuderà 5 impianti
In Borsa il titolo crolla e perde fino al 10%

La crisi della compagnia elettronica Nokia non conosce fine. La casa finlandese entro il 2013 ha infatti intenzione di tagliare altri 10mila posti di lavoro (4mila, come annunciato, entro quest'anno), e di chiudere alcuni siti di produzione in uno sforzo di contenimento dei costi che prevede di risparmiare per tre miliardi di euro. L'annuncio ai dipendenti è stato dato tramite un video-link.

GERMANIA E CANADA - A febbraio era stato annunciato il ridimensionamento dei tre impianti di Komarom, in Ungheria, di Reynosa, in Messico, e di Salo in Finlandia legato alla scelta di spostare la produzione in Asia e lasciare in Europa la customizzazione. Giovedì è stata invece annunciata la chiusura dello stabilimento di Salo (le cui attività saranno concentrate a Komarom). A Salo e a Tampere, sempre in Finlandia, restano comunque alcune attività come la creazione di prodotto della linea Lumia. Inoltre, sempre giovedì, è stato dato l'annuncio di della chiusura dei centri di Ulm, in Germania e di Burnaby in Canada. La nota conferma inoltre la vendita della divisione di telefonini extra-lusso Vertu al private equity svedese Eqt Vi Partners. Non sono stati indicati i termini finanziari dell'operazione, che dovrebbe chiudersi entro la fine del 2012. Secondo l'accordo, Nokia manterrà una quota del 10% in Vertu.

LA RISTRUTTURAZIONE - Il canadese Stephen Elop, dal 2010 presidente e amministratore delegato di Nokia, punta a una ristrutturazione completa dell'azienda per fronteggiare meglio la concorrenza agguerrita di Samsung e Apple. I finlandesi da 1997 al 2011 sono stati i primi produttori di telefonini al mondo, ma negli ultimi mesi si è registrato il sorpasso da parte di Samsung. Al listino della borsa di Helsinki Nokia nella giornata di giovedì ha registrato una fortissima pressione, arrivando a quota -10% per poi recuperare qualcosa ed assestarsi intorno all'8,5%.

http://www.corriere.it/economia/12_giugno_14/nokia-annuncia-10000-licenziamenti-vende-virtu-crisi_28be58e6-b5ff-11e1-a717-30326103327c.shtml

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Bisognerà anche considerare la possibile fine dell'Euro. Se si torna alle vecchie monete nazionali, paradossalmente, le varie case che hanno stabilimenti in Europa potrebbero decidere di restarvi a causa del nuovo e più basso valore delle monete dei rispettivi paesi.

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karme70 ha scritto:
Sta FIat marpionne made fa sempre più ribrezzo. Comportamenti vomitevoli. In quanto alla tipo dobbiamo considerare che è proprio il pianale tipo-tempra che è servito da base per dedra e 155. QUindi è proprio molto naturale che studiassero qualche alternativa sportiva su quel pianale. In fondo è un buon pianale e l'estrema semplificazione dell'ancoraggio degli accessori lo rende molto "plasmabile" per diverse soluzioni. In quegli anni la 155 spopolava in pista ma se ci pensate il pianale era quello di un'auto progettata per il tutto avanti e per destinare spazi immensi a passeggeri e bagagli. Alla fine a parte motore e pilota davanti girava in pista con 6 metri cubi di aria dal sedile al rivestimento posteriore ! La 75, con la trazione posteriore era più equilibrata ...magari un pò più scomoda per una famiglia!


La 155 che vinse in pista non era una trazione anteriore, ma una turbo 4x4 con trasmissione e sovralimentazione derivate dalla Delta. Poi evouta al variare dei regolamenti dei diversi campionati.

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Il posto di guida della 155 versione corsa era stato arretrato per meglio bilanciare i pesi.

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Psa (Peugeot-Citroën)
A rischio chiusura l'impianto di Aulnay

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Per i parigini la fabbrica della Peugeot-Citroën di Aulnay-sous-Bois è quasi un monumento: dal 1973, anno in cui il gruppo automobilistico lasciò il centro di Parigi per trasferirsi in periferia, lo stabilimento è diventato un'icona dell'industria francese con la sua storia produttiva e sindacale. Oggi quell'impianto è a rischio chiusura per il calo della domanda, un virus che ha ormai contagiato gran parte delle Case europee – esclusa l'isola felice della Germania – e che sta colpendo anche il Gruppo Psa.

L'intervento del Governo. Il Governo francese sta già muovendo i primi passi per salvare Aulnay e soprattutto i tremila operai che ci lavorano, addetti alla produzione della Citroën C3 garantita però fino al 2014 "e non oltre" come afferma la direzione del Gruppo. Una dichiarazione che preoccupa il sindaco della capitale, Gerard Segura, che per primo ha lanciato l'allarme sul futuro dello stabilimento. Il recente accordo di cooperazione con la GM, e che certamente si concretizzerà in una sinergia di piattaforme e motori, potrebbe aver incoraggiato i dirigenti della Psa a prendere una decisione di questo tipo, sulla scia di ciò che da tempo sostiene Sergio Marchionne, amministratore del Lingotto, e che cioè nel Vecchio Continente non c'è più spazio per tanti stabilimenti e per tanta produzione.

Investimenti Fiat. Non a caso Marchionne non più tardi di una settimana fa ha ammesso che sta rivedendo gli investimenti sulla futura Punto – calendarizzata per il 2013 – e che sarebbe auspicabile l'intervento di un partner che magari voglia anche "affittare" le fabbriche Fiat italiane così da condividerne costi e produzione. Insomma in questo momento solo l'industria automobilistica tedesca può guardare al futuro con una buona dose di ottimismo , nonostante l'ultimo mese abbia fatto segnare un lieve calo delle immatricolazioni ritenuto tuttavia "fisiologico".

L'annuncio il 25 luglio. Tornando alla Francia, tutti gli occhi sono puntati sulle prossime mosse di Philippe Varin, il presidente di Psa, che dovrebbe dare l'annuncio ufficiale sulla chiusura di Aulnay il prossimo 25 luglio, giorno in cui il gruppo pubblicherà i suoi risultati trimestrali. Se ciò dovesse accadere sarà il primo smacco per il neo presidente Hollande che ha puntato tutta la sua campagna elettorale sul rilancio del lavoro e sulla fine della deindustrializzazione del Paese. Intanto Le Monde ha pubblicato una serie di dati che sicuramente non sono incoraggianti: dall'inizio dell'anno in Francia sono state annunciate 139 chiusure di fabbriche, il 36% in più rispetto al 2011 con una fiducia in calo da 93 a 92 punti. In questo contesto la ventilata chiusura dello stabilimento parigino di Peugeot-Citroën sarebbe un duro colpo per il settore automotive d'Oltralpe, dopo la fine, nel 1992, di Billancourt a opera della Renault.

http://www.quattroruote.it/notizie/industria/psa-peugeot-citroen-a-rischio-chiusura-l-impianto-di-aulnay

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