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Vecchie auto con componenti moderne

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Promemoria primo messaggio :



Replica di lusso Mini Remastered: riecco il capolavoro di sir Alec Issigonis

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Torna la Mini d’antan, ma stavolta il Gruppo BMW non c’entra: è un’idea della David Brown Automotive, nata sulla scia della recente Speedback GT

Replica. La rievocazione è già intuibile dal nome: Mini Remastered, come i vecchi dischi dalla resa sonora migliorata. Del resto, il design esterno è quello della creatura originale, anche se non mancano importanti aggiornamenti tecnici. Il gruppo fanali, ad esempio, utilizza la tecnologia a Led e alcuni elementi come la mascherina sono in alluminio. Inoltre, l’iconica vettura porta in dote pneumatici più larghi, che hanno reso necessario l’utilizzo di codolini per allargare i parafanghi.
player icon Mini Remastered (2017)
Mini Remastered (2017)
8 foto

Caratteristiche. Gli interni, nell’impostazione fedele all’originale, offrono un moderno display da 7”, compatibile con Apple Car Play e Android. L’avviamento è a pulsante e le finiture sono di pregio, come ci si aspetta da un’auto prodotta artigianalmente: il volante è in legno e gli interruttori d’alluminio, mentre le cuciture sono state realizzate a mano. Per quanto riguarda il motore da 1.275 cm³, la Casa dichiara una potenza massima di 78 bhp (79 CV) a 5.700 giri al minuto.  

Il debutto. Per l’assemblaggio di ciascun esemplare della Mini Remastered sono necessarie 1.000 ore di lavoro. Per entrambe la varianti previste (la “Inspired by Café Racers” e la “Inspired by Monte Carlo”), le consegne inizieranno il prossimo inverno. I nomi non sono stati scelti a caso: la Mini Remastered verrà presentata al grande pubblico proprio nel Principato di Monaco, casa del celebre rally che diede lustro alla vettura. L’appuntamento si terrà dal 20 al 23 aprile, presso il Salone Top Marques.





http://www.quattroruote.it/news/novita/2017/04/13/replica_di_lusso_mini_remastered_riecco_il_capolavoro_di_alec_issigonis.html






Seat 600 BMS concept, operazione nostalgia
L'utilitaria spagnola, gemella della Fiat 600, festeggia i 60 anni al Salone di Barcellona


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Se la foto che vedete qui sopra vi ricorda un'auto del passato significa che avete buona memoria e che non siete più tanto giovani. Parliamo infatti della storica Fiat 600 data 1955, ma in questo caso nella sua versione spagnola chiamata Seat 600 che festeggia i 60 anni dalla nascita al Salone di Barcellona (13-21 maggio 2017). In realtà non è una semplice auto d'epoca esposta nel quartiere fieristico catalano a mo' di tributo verso uno dei modelli che hanno motorizzato l'Italia e la Spagna, ma della Seat 600 BMS concept che aggiorna alcuni dettagli della mitica 600D con tetto apribile.

Quello che al momento viene definito un "design concept" e che molto probabilmente resterà un esemplare unico è svelato da un primo disegno che mostra già alcuni dettagli interessanti. La Seat 600 BMS concept è dipinta in uno speciale colore grigio "metallic twist" con grafiche adesive arancio e l'applicazione di un inedito logo "600" evoluto graficamente. L'abitacolo è rifinito in pelle con cuciture arancio sia sui sedili che sulle portiere ad apertura controvento, mentre le ruote e i freni sono quelli originali di settant'anni fa. La nostalgica 600 BMS concept sarà esposta nello stand Seat assieme alla nuova Ibiza, alla Leon Cupra e alla Ateca FR.



http://www.omniauto.it/magazine/45677/seat-600-bms-concept-operazione-nostalgia

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Dopo la Futurista ecco la Delta Safarista

A tre anni dal lancio della Lancia Delta in versione restomod, l’azienda fondata da Eugenio Amos s’avventura in un nuovo progetto ispirato ai grandi rally africani.

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DALL’ASFALTO ALLA SABBIA - Da Delta Futurista a Delta Safarista il passo è breve, per la Lancia Delta super personalizzata confezionata da Automobili Amos. Uno perché la base di partenza, la celebre HF Integrale 16V da cui sono scaturiti i bolidi che hanno vinto tutto nei rally, è collaudatissima. E due perché, nei reparti della Podium Advanced Technologies - l’azienda d’ingegneria di Pont-Saint-Martin (AO) incaricata di dare forma e sostanza ai progetti di Eugenio Amos, pilota e imprenditore classe ’85 che si è cimentato in moltissime categorie dello sport automobilistico - tecnici e designer sanno esattamente cosa fare per fare colpo esercitando la pratica del restomod.
LA BASE DI PARTENZA NON CAMBIA - Sì perché la sostanza, rispetto alla Delta Futurista svelata nel 2018, non cambia: anche la nuova Delta Safarista muove da una Lancia Delta Integrale con il più pregiato motore a sedici valvole, e ne prevede il totale smantellamento. Il restauro, che pur non essendo conservativo evita il più possibile di stravolgere l’impostazione tecnico-stilistica del modello classico, prevede una serie di modifiche migliorative. Per “aggiornare” le prestazioni delle Deltona, i differenziali e il cambio originali vengono rimpiazzati con componenti derivati dalle corse. L’assetto, inoltre, è totalmente regolabile, anche perché la Delta Safarista, il cui nome non a caso richiama il durissimo Safari Rally, è concepita per muoversi a tutto gas lontano dall’asfalto. Ecco spiegata la presenza di robuste protezioni sottoscocca e di un impianto di raffreddamento del motore maggiorato, adatto a un ipotetico impiego della vettura in condizioni climatiche estreme, come il caldo africano. 
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WORK IN PROGRESS - Per ora Automobili Amos non ha fornito caratteristiche tecniche dettagliate sulla nuova Delta Safarista, che nelle scorse ha presentato con un post su Instagram facendo incetta di like e commenti entusiasti da parte degli appassionati del settore. Non si conosce ancora, quindi, la potenza del motore, anche se è lecito attendersi che il due litri sovralimentato potrebbe erogare, come sulla sorella Futurista, un buon centinaio di cavalli in più rispetto all’unità originale. Qualche indizio in più sul look si può invece ricavare dai rendering diffusi in rete dalla casa. Le immagini raffigurano l’auto completamente impolverata, come appena reduce da una massacrante maratona africana, e sul lunotto, velato da una coltre di sabbia, compare la più classica delle scritte fatte col dito: “Lavami”.
   
IL PREZZO DEL DIVERTIMENTO NON È PER TUTTI - Scherzi a parte, la configurazione della Delta Safarista appare meno estrema rispetto a quella messa a punto dai tecnici dell’Abarth a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 per affrontate il Safari, ma non per questo meno affascinante. Non ci sono gli enormi rinforzi tubolari anteriori per proteggere da eventuali impatti con animali selvatici, ma l’assetto è ugualmente rialzato e le gomme tassellate per mordere meglio la ghiaia e il fango. Pure i copricerchi anteriori, in fibra di carbonio, ricordano quelli delle Delta da corsa guidate dai campionissimi Juha Kankkunen e Miki Biasion. Aria di rally si respira anche nell’abitacolo, che è spoglio di ogni comfort e ha solo quello che serve davvero su una macchina da rally: sedili sportivi, cinture a sei punti e leva del cambio e del freno a mano idraulico in posizione verticale. Della Delta Safarista Automobili Amos realizzerà al massimo una decina di esemplari, al costo di 570.000 euro (220.000 in più rispetto alla Futurista) e naturalmente personalizzabili secondo i più fantasiosi desideri dei clienti.






https://www.alvolante.it/news/delta-safarista-prime-immagini-376277

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Molto meglio un buon esemplare originale che questo pastrocchio riservato solo a qualche nababbo che non sa come spendere i (tanti) soldi che ha....

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concordo in pieno!

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Kimera EVO37: consegnato il primo esemplare, ha livrea in verde scuro [FOTO]

La prima vettura della serie è di un imprenditore olandese







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Kimera Automobili ha consegnato al cliente il primo esemplare della EVO37, celebrando a St. Moritz un momento importante della sua giovane storia. La Kimera EVO37 con numero di telaio 001 su 037 ha dunque raggiunto il suo proprietario, un imprenditore olandese, appassionato e collezionista di auto particolari, esclusive e performanti.

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Carrozzeria verde scuro e interni in beige e verde

La prima Kimera EVO37 ha un configurazione estetica marcatamente elegante. Gli esterni sono caratterizzata dalla carrozzeria in verde scuro con riflessi più chiari, mentre gli interni, completamente rivestiti in Alcantara, abbinano il beige chiaro, l’antracite e il verde. Proprio in virtù della sua caratterizzazione cromatica, derivata dalla passione per il verde del collezionista olandese, questa Kimera EVO37 è stata ribattezzata “Esmeralda“.
Personalizzata dal cliente con la realtà virtuale

Dopo il vettura “zero”, ovvero il prototipo di sviluppo, chiamato “Penelope”, ecco arrivare Esmeralda, prima Kimera EVO37 di serie, configurata attraverso l’avanzato programma di realtà virtuale. Utilizzando oculos, il cliente è entrato nel metaverso e ha visionato la sua EVO37 in ogni fase del processo costruttivo (telaio, meccanica, motore, carrozzeria, interni) potendo così richiedere la personalizzazione di ogni dettaglio.

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Disponibili ancora 11 esemplari, al prezzo di 540.000 euro

Kimera Automobili sta completando anche la seconda EVO37, che sarà consegnata nel corso del mese di aprile ad un collezionista spagnolo, con le consegne dei successivi esemplari già ordinati che proseguiranno poi di conseguenze. Del lotto delle 37 vetture previste ne sono già state vendute 26, ad appassionati collezionisti di tutto il mondo, inclusi Stati Uniti e Giappone. A partire da inizio 2022, il prezzo base della Kimera EVO37, per le 11 unità ancora disponibili, è salito a 540.000 euro per l’aggiunta nella dotazione di serie di ABS Motorsport, retrocamere digitali, carbon pack e altri dettagli.

https://www.motorionline.com/kimera-evo37-esmeralda-consegna-primo-esemplare-foto/

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Ottimo, per chi non sa come impiegare i soldi fatti con le speculazioni sul petrolio e gas di questi giorni.....

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540.000€ ….

!!!!

Non dico altro.

😧😧😧😳😳😳🤔🤔🤔

Per un « retrofit » …..

!!!!

😳😳😳😳😳😳

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Alfa Romeo Giulia GT, il restomod si mostra (quasi) definitivo

Emilia Auto, una piccola azienda tedesca, sta costruendo un nuovo restomod della Giulia GT. Il motore? Il V6 Biturbo della Quadrifoglio

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03 Giugno 2022 alle 15:30
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Di: Gianmarco Gori

Un nuovo restomod dell'Alfa Romeo Giulia GT sta per arrivare. Emilia Auto, una piccola azienda tedesca, ha deciso di inserire il V6 Biturbo della Quadrifoglio in un telaio in fibra di carbonio, con estetica ispirata alla Giulia di un tempo.
Il risultato? Ancora troppo presto per ammirarlo dal vivo, ma recentemente l'azienda ha rilasciato alcuni rendering piuttosto accurati, che mettono in mostra diversi dettagli della carrozzeria.

Sportiva

A risaltare nella silhouette di questa nuova speciale Giulia sono sicuramente le grandi prese d'aria in fibra di carbonio poste davanti alle portiere anteriori, necessarie probabilmente al raffreddamento dell'impianto frenante di generose dimensioni.
Restando nella parte bassa della carrozzeria, i cerchi in lega scelti sono direttamente ispirati a quelli delle Alfa Romeo che furono, con il tradizionale disegno a cerchi ristretti e abbinati a delle gomme di dimensioni almeno apparentemente importanti.
Vecchie auto con componenti moderne - Pagina 4 Il-restomod-della-giulia-gt-by-emilia-auto Vecchie auto con componenti moderne - Pagina 4 Emilia-gt-veloce Vecchie auto con componenti moderne - Pagina 4 Emilia-gt-veloce
Il colore scelto per questo primo rendering "informatico" è il verde, anch'esso tipico della storia del Biscione e abbinato a degli interni rivestiti in pelle nera e legno, quasi a voler ricordare i tipici abbinamenti cromatici delle italiane degli Anni '60 e '70.

Tecnologica

Errare è umano e se state pensando che si tratterà di un restomod con scarsi livelli di tecnologia vi state sbagliando. Come avevamo visto poche settimane fa, Emilia Auto ha già annunciato diversi dettagli sull'allestimento dell'auto.
A cominciare dalla disponibilità di equipaggiare l'auto con un moderno sistema di infotainment da 8,8 pollici, unito a un climatizzatore bizona di ultima generazione e a tutti quei sistemi di "comfort" tipici di un'auto moderna.
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A restare analogici quindi saranno probabilmente solo il caro buon vecchio cambio manuale a 6 rapporti (non specificato ancora di quale produttore) e l'ormai collaudato V6 Biturbo della nuova Giulia da 510 CV, che ha necessitato dell'allungamento del passo per essere alloggiato, rispetto alle dimensioni della Giulia GT storica originale, soprattutto per poter alloggiare i tanti radiatori di raffreddamento.
Per vedere il restomod di Emilia Auto dal vivo dovremo aspettare ancora qualche mese. Ne saranno prodotti soltanto 22 esemplari al prezzo base di 400.000 euro.
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https://it.motor1.com/news/589860/alfa-romeo-giulia-gt-2022/

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Porsche 928: il restomod di Nardone

Idea francese, stile italiano e cuore tedesco aggiornato a 400 CV. Il restmod di Nardone Automotive porta nel nuovo millennio un’icona degli Anni 70 e 80: la Porsche 928.


Redazione
Veloce.it

Pubblicato il 09/06/2022

News

CAMBIO DI STRATEGIA. Se negli Anni 70 nel mondo dell’arredamento si assiste all’esuberanza delle linee caratterizzate da colori eccentrici, nello stesso periodo a Stoccarda si vive la rivoluzione meccanica della Porsche 928. Il modello nato nel 1977 era stato pensato come una ridefinizione dei canoni della Casa tedesca e della legge ingegneristica imposta dalla 911: lo schema con motore boxer montato a sbalzo sull’asse posteriore doveva essere infatti sostituito dal motore anteriore. Tuttavia, la Porsche cambiò idea e non sostituì mail la 911 con la 928 (meno male) e quest’ultima dopo una carriera durata 17 anni con 61.000 vetture vendute, lasciò definitivamente la scena nel 1995. Ma ora la startup francese Nardone Automotive ha deciso di ridare lustro alla Porsche 928, con un restmod che vuole attualizzare un modello lanciato sul mercato circa 45 anni fa.
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STILE ITALIANO. Se il restauro della Porsche 928 nasce dall’idea della francese Nardone Automotive e dall’amore incondizionato per questo modello da parte del proprietario dell’azienda, l’estetica della vettura parla invece italiano, perché è stata curata dallo studio milanese di design di Carlo Borromeo, Fabio de Silva e Filippo Sgalbazzi. Lo stile generale della vettura rimane inalterato, ma con il restmod si riconoscono tratti più moderni, con passaruota e paraurti più muscolosi. I nuovi cerchi da 18 pollici reinterpretano in chiave odierna il disegno degli originali da 16, mentre la fanaleria (progettata ad hoc) acquista tecnologia a led sia davanti che dietro, mantenendo anche il sistema “a scomparsa” sugli iconici gruppi ottici anteriori.
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TRADIZIONE CON PIÙ PEPE. La parte meccanica della Porsche 928 di Nardone Automotive mantiene fede alla tradizione. Il sistema transaxle che prevede il motore posizionato sull’asse anteriore, con il cambio separato e montato in blocco con il differenziale posteriore resta inalterato. Il cuore V8 tedesco anch’esso resta originale, ma grazie ad aggiornamenti e a un’ECU moderna raggiunge la soglia dei 400 CV. Il cambio invece riceve una marcia in più (ora sono sei rispetto alle 5 originali) e accoppiato a un differenziale a slittamento limitato. Ulteriori migliorie riguardano il piacere di guida: i bracci, i portamozzi anteriori e posteriori sono stati ridisegnati, le sospensioni elettroniche a controllo attivo, freni maggiorati e servosterzo elettrico adattivo, proiettano la Porsche 928 ai giorni nostri.
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PIÙ MDERNA ANCHE DENTRO. La carrozzeria della Porsche 928 di Nardone è in fibra di carbonio e realizzata dalla Podium (azienda italiana specializzata in soluzioni ingegneristiche per il motorsport e auto in serie limitata), mentre gli interni, le finiture e i rivestimenti sono di pelle Foglizzo e Alcantara. L’infotainment integra ora il Porsche Classic Management System (PCCM) combinato con il sistema Hi-Fi e Apple CarPlay. Lo stile degli interni è avveniristico, ma dal sapore retrò . La vettura debutterà anche davanti al pubblico inglese al Goodwood Festival of Speed, dal 23 al 26 giugno, mentre le prime consegne sono previste nel corso del 2024.
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https://www.veloce.it/news/porsche-928-il-restomod-di-nardone-89883

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Non mi ha mai entusiasmato, anche riveduta non suscita interesse particolare. Gli interni invece mi piacciono.

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Questa mi piace, non snatura le forme originali forse perché la 928 era moderna già quando è nata!

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Lancia Delta Integrale: il restomod di Maturo Competition Cars

Ecco Maturo Stradale, restomod della mitica vettura di Lancia



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Lancia Delta Integrale è sicuramente un’auto che ha lasciato il segno nel mondo dei motori. Ancora oggi dopo tanti anni la vettura vanta moltissimi estimatori e nostalgici. Non è un caso che da quando si è saputo del ritorno di questo modello con una nuova generazione nel 2028 ovviamente l’attenzione nei confronti di questa auto è crescita ulteriormente.

Ecco Maturo Stradale, restomod della mitica Lancia Delta Integrale

A proposito della Lancia Delta Integrale, oggi vi segnaliamo il restomod di questo modello realizzato dal tuner Maturo Competition Cars che ha denominato questa vettura Maturo Stradale. In totale saranno dieci gli esemplari di questa vettura che saranno realizzati.
Ogni Maturo Stradale è costruito sul telaio della Lancia Delta Integrale 16v esistente, ma è stato spogliato del suo metallo e rinforzato con oltre 250 nuovi punti di saldatura che ne aumentano la rigidità strutturale.  Il telaio è stato sabbiato, trattato e dotato di un roll-bar integrato su misura, irrigidendo ulteriormente la sua struttura.
Al telaio, Maturo monta quindi una sua creazione in fibra di carbonio totalmente su misura. Grazie a tutto ciò l’auto ottiene un risparmio di peso totale di 140 kg rispetto a un’auto stradale Lancia Delta EVO con un peso previsto di 1190 kg. 
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Sotto il cofano in carbonio, troviamo il quattro cilindri Lampredi bialbero da 2 litri della Integrale. Questo però è stato completamente revisionato con una nuova testata, alberi a camme, pistoni, bielle, iniettori, valvole e un turbo ricostruito. L’alloggiamento del turbo è originale, ma ha nuovi interni, incluso il montaggio di cuscinetti a rulli al posto di cuscinetti a strisciamento.
Anche l’aspirazione è stata modificata, supportando sia un grande aumento delle pressioni di sovralimentazione di picco (1,8 bar rispetto a 1,2) sia lo spooling. La maggior parte degli interni sono generalmente più leggeri e più resistenti. In questo modo l’auto garantisce oltre 380 CV.

https://www.motorionline.com/lancia-delta-integrale-il-restomod-di-maturo-competition-cars/

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Maggiore GranTurismO: omaggio alla 288 GTO


Questa realizzazione artigiane italiana su base Ferrari 308 prevede una carrozzeria specifica e un potente V8 con 600 CV.

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SEMPRE PIÙ APPREZZATI - I restomod sono sempre più di moda: la modernizzazione di un modello iconico è infatti in grado di fare breccia anche nel cuore degli appassionati di auto classiche. L’ultimo in ordine di tempo è italiano e si chiama GranTurismO. È opera della Maggiore di Forte dei Marmi, già nota per un precedente progetto (qui la news), ed è concepita su base Ferrari 308, come omaggio alla Ferrari 288 GTO e al suo progettista Nicola Materazzi (qui la news).

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QUASI TUTTO NUOVO - La Maggiore Gran TurismO è equipaggiata con una versione ampiamente rivista del V8 della 308 del quale resta solo il basamento: tutto il resto è stato realizzato ex novo (testate, otto corpi farfallati, un nuovo collettore intercooler, turbo sequenziali e un carter a secco) per raggiungere una potenza complessiva di 600 CV. Il propulsore è abbinato a un nuovo cambio manuale a sei marce. Il V8 rivisto dovrebbe essere più piccolo del 30% rispetto all'originale; ciò significa che ora può essere installato anche longitudinalmente (in origine era posizionato trasversalmente).
OMAGGIO A UN MITO - Un altro piccolo capolavoro è la forma della carrozzeria della Maggiore Gran TurismO che riprende quella della Ferrari 288 GTO, specie nella parte posteriore. Chiaramente lo stile è stato modernizzato grazie all’introduzione di fari e fanali a led, inoltre, molti inediti elementi della carrozzeria sono stati realizzati in fibra di carbonio così da contenere il peso.

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DELL'ORIGINALE RESTA BEN POCO - Dal punto di vista tecnico la Maggiore, per far fronte alla maggiore potenza, ha provveduto ad adeguare il telaio, allargando le carreggiate, installando sospensioni in Ergal, una lega di alluminio e zinco, oltre un impianto frenante Brembo. Nel complesso, al fine di migliorare la rigidità torsionale, tutte le restanti componenti dell’auto donatrice sono state adeguatamente rinforzate.
TBA - Non sono ancora stati annunciati né il prezzo né la data d’inizio della produzione della Maggiore Gran TurismO.


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Fiat Panda 4x4: anche il restomod è "made in Italy"
fiat panda
restomod
di Alberto Amedeo Isidoro
Pubblicato 22 settembre 2022

Allestita a mano partendo da una normale Fiat Panda 4x4, si trasforma in una baby-suv di lusso che non ha paura di sporcarsi le ruote. Ecco le prime immagini di un restomod unico nel suo genere.

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UN VERO MITO SU RUOTE - Piccola, pratica, iconica. Ma soprattutto inarrestabile, insospettabilmente capace di buttarsi all’avventura su ogni terreno e d’arrampicarsi come uno stambecco su per i più impervi e dissestati sentieri di montagna, là dove tante fuoristrada più grandi e grosse sono spesso costrette ad alzare bandiera bianca. La Fiat Panda 4x4, orgoglio della produzione automobilista nostrana, è diventata una vera icona anche per questo. Per molti è perfetta così come mamma Fiat l’ha fatta, agile e svelta sugli sterrati o sulle piste innevate, con giusto quei due, tre tocchi off-road a differenziarla dalle normali sorelle a trazione anteriore. Tanti però la sognano ancora più “rocciosa” e indistruttibile, magari sottolineando quel suo ormai innegabile lato “glamour” che è un po’ una conseguenza del suo essere diventata a tutti gli effetti uno status symbol, e non solo un mezzo per andare letteralmente dappertutto.

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UN TOCCO DI DELTA, UN PIZZICO DI CAMPAGNOLA - Per quest’ultima categoria di cultori del modello e appassionati c’è una bella novità: Inglorious Basterds Cycle, rinomata officina di restauro di moto e auto d’epoca con sede a San Giuseppe, a una manciata scarsa di chilometri dai Lidi Ferraresi, ha messo in cantiere un nuovo progetto centrato proprio sulla Fiat Panda 4x4. I lavori sono in corso e l’obiettivo è chiarissimo: renderla davvero unica, provando a creare un qualcosa che riesca ad andare oltre il semplice concetto di restomod. Per farlo, una volta chiarito l’obiettivo, che è quello di confezionare una piccola suv di lusso in grado di offrire alte prestazioni in off-road, serviva una fonte d’ispirazione. Anzi, meglio due, e meglio ancora se due italiane doc come la Lancia Delta Integrale Evoluzione e la Fiat Campagnola. Dalla “Deltona” sono ripresi i parafanghi allargati, che somigliano a quelli della regina dei rally ma in realtà sono costruiti a mano da zero, lavorando la lamiera con leve, tassi e martelli proprio come facevano i battilastra di una volta. Due evidenti punti di contatto con la celebre fuoristrada torinese sono il rialzo centrale del cofano anteriore e le lenti circolari dei fari full LED.

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PIÙ ROBUSTA - Tanti muscoli in più quindi rispetto a una normale Fiat Panda 4x4, per la super Panda firmata Inglorious Basterds Cycle, con un bel paio di bull bar e piastre di protezione per il sottoscocca sia all’anteriore che al posteriore. Ma anche un telaio rinforzato con l’inserimento di speciali lamiere stampate con fori imbutiti nella traversa centrale e nei longheroni, oltre, naturalmente, a gomme da 15’’ con la spalla alta, per “riempire” meglio i parafanghi allargati. Un’altra celebre citazione che certamente non sfuggirà ai più esperti in materia si ritrova nella parte bassa della vettura: gli “scalini” sui paraurti e sui fascioni laterali, realizzati non in materiale plastico ma in metallo, sono un omaggio alle vecchie Panda 30 e 45. Strizza un occhio al passato anche la palette colore, con tinte dai toni ricercati che ricordano colorazioni storiche come il verde Lattementa, diffusissimo sulle Panda Young fino ai primi anni 2000 o, ancora, l’inconfondibile bordeaux delle versioni 4x4 Sisley.

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PIÙ ALTA DA TERRA E PIÙ SCATTANTE - Per offrire il massimo delle prestazioni in fuoristrada è stata studiata tutta una serie di modifiche meccaniche, tra cui un assetto rialzato, che aumenta l’altezza da terra fino a 35-38 cm, risolvendo così uno dei talloni d’Achille della Panda 4x4 originale, e un differenziale autobloccante posteriore la cui messa a punto è stata affidata ad Amilcare Artioli, lo specialista dei cambi che ha realizzato, tra gli altri, quello manuale delle supercar Pagani. Per ottenere un po’ più di brio, il piccolo motore originale è stato rimpiazzato con il più brillante 1.2 da 75 CV della Fiat Punto di prima generazione. Tutti i propulsori vengono completamente smontati e rifatti da zero con pistoni forgiati, i condotti di aspirazione e scarico lucidati, la testata fissata con otto bulloni al posto di sei, per evitare perdite d’olio. Valvole coniche di nuovo disegno, inoltre, assicurano una spinta più decisa ai bassi regimi. Dalla moderna Fiat 500, infine, derivano tutti i componenti della distribuzione. 

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LUSSO ALL’ITALIANA - Una cura particolare è stata riservata all’allestimento dell’abitacolo, che alla proverbiale praticità della Panda originale aggiunge un livello di lusso e tecnologia sconosciuto alla city-car torinese, nella cui scarna e spartana plancia è stato incastonato uno scenografico schermo digitale a tutta larghezza. Anche all’interno, comunque, è evidente lo sforzo di valorizzare alcune delle soluzioni più geniali della Panda disegnata da Giorgetto Giugiaro. Un esempio su tutti? I sottilissimi sedili si ripiegano su loro stessi, andando a formare un’unica superficie piatta che si rifà un po’ all’idea del “lettone” studiata nelle fasi iniziali del progetto dal designer del secolo. Che dire, infine, dell’ombrello estraibile dal montante centrale? Una soluzione pratica ed elegante che ricorda una finezza tipica delle ammiraglie Rolls-Royce.


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Alfa Romeo 33 Stradale: dalla MAT una replica fedele


Agli artigiani della Manifattura Automobili Torino sono servite 12.000 ore per completare l’opera, fedele in ogni dettaglio alla fuoriserie uscita negli anni ‘60 dalla matita di Franco Scaglione.

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L’AUTO COME OPERA D’ARTE - Non sono molte le automobili davvero meritevoli dello status di opera d’arte. Tra queste brilla, probabilmente più d’ogni altra, la stella dell’Alfa Romeo 33 Stradale. La supercar del Biscione - disegnata da Franco Scaglione e costruita a partire dal 1967 in appena 18 esemplari, tutti diversi tra loro, dalla Carrozzeria Marazzi di Caronno Pertusella - rimane uno degli esempi più importanti del genio creativo italiano applicato all’auto, oltre che un’inesauribile e inestimabile fonte d’ispirazione per chiunque, a qualunque titolo, aspiri a infondere bellezza ed eleganza in un oggetto che finisce inevitabilmente con l’esulare dal semplice concetto di veicolo a motore.

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ISPIRATI DAL MITO - E proprio all’Alfa Romeo 33 Stradale nella creazione della sua ultima fuoriserie si è ispirata la Manifattura Automobili Torino (MAT). L’azienda di Rivalta (TO), fondata nel 2014 da Paolo Garella a conclusione di un’esperienza trentennale nella realizzazione di progetti automobilistici speciali (nei primi anni 2000 ha contribuito a rilanciare le one-off della Pininfarina), non è nuova a questo genere di operazioni. Dai cancelli di quella che è a tutti gli effetti una vera boutique dell’auto, giusto per fare un esempio, esce la moderna Lancia Stratos che un paio d’anni fa ha lasciato a bocca aperta l’intero mondo dei motori (qui per saperne di più), rinnovando il mito di una delle auto da rally più celebri e “venerate” di sempre.
UNA REPLICA FEDELE IN OGNI DETTAGLIO - La Stratos allestita dalla MAT poggia su una base esistente, quella della Ferrari F430. Discorso diverso vale per il progetto della replica (fedelissima in ogni dettaglio) dell’Alfa Romeo 33 Stradale, commissionata agli artigiani dell’atelier piemontese da un importante collezionista tedesco. La realizzazione dell’auto, partita letteralmente da zero con lo studio dei piani di forma e del telaio del modello originale, ha richiesto circa 12.000 ore di lavoro. Oltre, naturalmente, a un’esperienza e manualità artigiana fuori dal comune. Competenze, dalla battitura con le nude mani delle lamiere al “confezionamento” su misura dell’abitacolo, che hanno restituito un risultato stupefacente: a parte lo scudetto con l’emblema del biscione visconteo sul muso, l’auto uscita dalla matita di Scaglione e quella riprodotta oggi sono due gocce d’acqua. 

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UN GRANDE CUORE ALFA SOTTO IL COFANO - Dall’Alfa Romeo 33 Stradale deriva anche l’intera impostazione meccanica della vettura. La MAT ha cercato di rimanere il più possibile aderente alla vera storia del capolavoro del Biscione. A cominciare dal motore, che è il 2.6 V8 bialbero dell’Alfa Romeo Montreal privato, però, dell’impianto di iniezione indiretta Spica: l’alimentazione è affidata a una batteria di carburatori, proprio come sull’esuberante motore della 33. Dalla fuoriserie milanese deriva anche il cambio a sei marce, di cui ogni singolo ingranaggio è stato realizzato ad hoc sulla base del progetto originale. Il prezzo di un simile capolavoro? Da 1,3 a 1,5 milioni di euro, ovvero poco più di un terzo del valore stimato di un esemplare originale. Quello che nessuna cifra può comprare, però, è il senso di meraviglia che quest’auto è in grado di suscitare. Esattamente come la passione e l’arte che l’hanno resa possibile.


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Pirelli CA67 e CN36 per le sportive di fiat 850 e 124

In arrivo anche una nuova misura del cinturato CN36, esposta in anteprima alla fiera di Padova 2022

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Nuove misure dei Cinturato CA67 e CN36, dedicate alle Fiat 850 e 124, entrano nella gamma Pirelli Collezione,

la linea di pneumatici che equipaggia le auto più iconiche costruite fra il 1930 e il 2000. Dal prossimo anno sarà disponibile anche un nuovo Cinturato CN36, che gommerà, tra le altre, le Mercedes W113, W123, W126, l’Alfa Romeo Montreal e la Fiat Dino 2000. Un prototipo di questo pneumatico sarà esposto in anteprima dal 20 al 23 ottobre alla Fiera “Auto e Moto d’Epoca” di Padova

PNEUMATICI CLASSICI FUORI E MODERNI DENTRO

Per le versioni Sport Spider e Sport Coupè delle Fiat 850 e Fiat 124, Pirelli ha ricreato rispettivamente il Cinturato CA67 nella misura 155 R13 e il Cinturato CN36 nella misura 165 R13. Lanciati originariamente tra gli anni ’50 e ‘60, questi nuovi pneumatici sono caratterizzati da un aspetto classico ma nascondono una tecnologia moderna. Grazie a mescole di recente concezione, i pneumatici Pirelli Collezione presentano, rispetto a quelli dell’epoca, una migliore aderenza sul bagnato, garantendo affidabilità e una maggiore sicurezza. Anche le caratteristiche tecniche a cui si sono ispirati gli ingegneri Pirelli per realizzare questi pneumatici sono in linea con quelle definite dai designer del veicolo ai tempi della progettazione. Con il contributo di Fondazione Pirelli, che conserva i disegni e i progetti dei pneumatici storici, l’originalità del veicolo viene così mantenuta con pneumatici dallo stile classico: l’archivio di Fondazione, infatti, vanta un patrimonio di circa 4 km lineari di materiali sulla storia di Pirelli, dal 1872 a oggi.

CN36, UNA NUOVA MISURA IN ANTEPRIMA ALLA FIERA DI PADOVA

La rivoluzione dei pneumatici negli anni Cinquanta porta il nome di “Pirelli Cinturato”, coperture caratterizzate da una carcassa radiale con cinture incrociate tessili, che portarono alla nascita del concetto di pneumatico sportivo. Il CN36, in particolare, progettato per tenere incollate alla strada vetture “High Performance” e Gran Turismo, ha registrato numerose vittorie nelle competizioni di Rally, equipaggiando nel 1971 la Fiat 124 Sport. Oggi non solo torna in gamma per la Fiat 124, ma nel 2023 sarà disponibile anche nella nuova misura 195/70R14. Un prototipo di questa gomma sarà esposto in anteprima dal 20 al 23 ottobre nello stand del distributore Fratelli Rossi durante la Fiera “Auto e Moto d’Epoca” di Padova, da anni uno degli appuntamenti internazionali più importanti per gli appassionati di motori.
PIRELLI E BORRANI, UN LEGAME CHE DURA NEL TEMPO
Nell’anno del suo 150° compleanno, Pirelli sarà presente alla fiera di Padova anche assieme a Ruote Borrani, azienda milanese famosa per le sue ruote a raggi che festeggia nel 2022 il primo secolo di vita. Per testimoniare un legame cominciato più di ottant’anni fa, nell’area espositiva di Borrani sarà possibile osservare da vicino un pneumatico Pirelli con cerchi Borrani utilizzato sulle autovetture da Gran Premio degli anni ’30 per i circuiti ad alta velocità: sia cerchio che pneumatico sono esemplari autentici dell’epoca conservati nelle condizioni originali. Per i più piccoli, ma non solo, sarà inoltre esposto un esemplare della Ferrari Testa Rossa J, replica in scala della 250 Testa Rossa, frutto della collaborazione con The Little Car Company, azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di junior car. La mini vettura è gommata con i pneumatici Pirelli Cinturato CN54 ed è guidabile dai 14 anni di età. Alle pareti un’esposizione di reportage fotografici provenienti dall’Archivio Storico custodito in Fondazione Pirelli. Per un’esperienza ancora più coinvolgente, sarà possibile accedere a due approfondimenti digitali: uno dedicato a Pirelli e Borrani, mentre il secondo ripercorre la lunga storia di ricerca e innovazione di Pirelli tramite la piattaforma web www.pirellibuildsthefuture.org.


https://www.affaritaliani.it/motori/pirelli-ca67-cn36-per-le-sportive-di-fiat-850-124-821612.html

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Costeranno un botto, per auto che faranno neanche 2/3000 km l'anno, tra 5/6 anni si saranno già indurite e quindi gomme nuove da buttare (se si vuole viaggiare sicuri)...

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Silvano Maiolatesi ha scritto:
Costeranno un botto, per auto che faranno neanche 2/3000 km l'anno, tra 5/6 anni si saranno già indurite e quindi gomme nuove da buttare (se si vuole viaggiare sicuri)...

Sono d'accordo, preferisco prendere una buona gomma col giusto rapporto qualità prezzo senza dovermi svenare.

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Eccentrica: il restomod della Lamborghini Diablo da 1,2 milioni di euro
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Rivista nel design e nella meccanica, questa reinterpretazione moderna della Lamborghini Diablo ha 550 CV e il cambio manuale a sei marce. Sarà prodotta in 19 esemplari.

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È TOCCATO ANCHE AL “TORO” - I restomod sono un fenomeno sempre più in voga: stiamo parlando di quei restauri non conservativi che puntano a modernizzare nello stile e nella dinamica di guida le icone del passato. E dopo le famose rivisitazioni delle Porsche 911 dello specialista americano Singer, piuttosto che della Lancia Delta Integrale ad opera di Automobili Amos, da Milano arriva una Lamborghini Diablo non convenzionale. Si chiama Eccentrica ed è basata sulla prima serie della supercar del Toro prodotta tra il 1990 e il 1994: di questa, mantiene il V12 aspirato al centro, ma dell’auto originale resta ben poco. Esternamente solo il parabrezza non è stato sostituito o modificato da BorromeodeSilva, lo studio di design che ha curato lo stile della vettura.


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CAMBIA DA CIMA A FONDO - Più larga e più corta di diversi centimetri, la Lamborghini Diablo Eccentrica vanta una carrozzeria interamente realizzata in fibra di carbonio, compreso l’elemento in materiale composito a vista che prende il posto del paraurti posteriore. Nuovi i fari: full led, non sono più di tipo “pop-up” come sull’originale, ma non compromettono le forme eleganti del frontale grazie a un meccanismo a scomparsa che li nasconde quando non sono in utilizzo. Anche dietro i fanali sono a led: mantengono il design circolare, ma donano immediatamente un tocco più “giovane” alla Lamborghini Diablo. Davvero curati diversi dettagli esterni: a partire dalla trama delle prese d’aria, passando per l’intricato disegno del cofano motore. Nuovi anche i cerchi in lega - di 19” sia davanti che dietro - a cinque razze: calzano pneumatici Pirelli semi slick Pirelli Trofeo R e celano un impianto frenante maggiorato firmato Brembo che promette spazi di arresto ridotti del 7% per un “100-0” in poco più di 34 metri.

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AUMENTANO LE PRESTAZIONI - Altrettanto personalizzato l’abitacolo: cambiano i rivestimenti, interamente realizzati in Alcantara: diversi particolari - di serie in materiale plastico - sono stati sostituiti da più pregiati elementi in metallo, mentre al posto del tradizionale cruscotto analogico, ne troviamo uno con strumenti digitali ispirati ai dispositivi elettronici degli Anni 80. A livello tecnico la Lamborghini Diablo di Eccentrica vanta un propulsore aggiornato: non cambia la cilindrata (5,7 litri), ma il 12 cilindri avrà una cinquantina di cavalli in più - per un totale di 550 CV - grazie ad alcune ottimizzazioni. Inedita la trasmissione, sempre manuale, ma con sei marce invece di cinque e rapporti accorciati per apprezzare con più semplicità la colonna sonora proveniente dallo scarico (firmato Capristo) e migliorare le prestazioni velocistiche: per passare da 0 a 100 km/h bastano 3,5 secondi. 

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LIMITATA ED ESCLUSIVA - Lo sviluppo e i test su strada della Lamborghini Diablo di Eccentrica inizieranno nei prossimi mesi: il prezzo per mettersi in garage una dei 19 esemplari previsti dal costruttore? L’assegno è molto importante: si parla di circa 1,2 milioni di euro per la trasformazione, escluso il costo della vettura donatrice. Dopo la presentazione nel capoluogo meneghino, la vettura sarà presentata al pubblico internazionale in occasione del Goodwood Festival of Speed in programma dal 13 al 16 luglio in Inghilterra e, successivamente, negli Stati Uniti durante la settimana dei motori californiana di Monterey a metà agosto.


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Panda 4x4 Piccolo Lusso: il restomod che viene dall’Olanda
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di Emiliano Ragoni
Pubblicato 16 agosto 2023

Lo studio Niels van Roi rende omaggio alla Panda 4x4 con una realizzazione particolarmente lussuosa, grazie all’impiego di pellame e materiali pregiati.

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40 ANNI E NON SENTIRLI - Nel 1983 nasce la Fiat Panda 4x4, la cirtycar che ha democratizzato la trazione integrale rendendo accessibile a un ampio pubblico una vettura in grado di muoversi su tutti i terreni  e di coniugare ottime doti fuoristradistiche a versatilità e dimensioni ultra compatte. In occasione del suo 40° anniversario, ricorrenza festeggiata dalla Fiat con il lancio della Panda 4x40, anche lo studio di design Niels van Roij Design in collaborazione con il concessionario olandese Kaeve Cars, ha voluto omaggiare la popolare utilitaria creando la Panda 4x4 Piccolo Lusso.


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MATERIALI DI PREGIO - La base di partenza della Panda 4x4 Piccolo Lusso è una Panda 4x4 Sisley, che dopo un accurato restauro è stata personalizzata con una vernice in Azzurro Blu che ricorda le tonalità del mare, compresi i paraurti (che nell'originale non erano verniciati). Lo studio di design ha personalizzato anche gli interni, che si caratterizzano per l’impiego di materiali di pregio provenienti dal mondo delle nautica. Il tessuto dei sedili originali lascia il posto alla morbida pelle marrone, utilizzata per le portiere, il cruscotto e i sedili. Contrastano con il marrone della selleria gli inserti bianchi presenti sulle sedute e sui ricami dei poggiatesta che raffigurano l’emblema Sisley che raffigura un uomo in canoa. Lo stesso emblema è presente nei pannelli delle porte e nel volante. Il quadro strumenti è rimasto il medesimo ed è affiancato da un inclinometro. Anche il bagagliaio è stato aggiornato e reso più lussuoso, grazie all’installazione di un rivestimento in teak lavorato.

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CÈ IL 4WD - L'azienda olandese non ha menzionato alcun aggiornamento meccanico o del gruppo propulsore, quindi, si presuppone che sotto il cofano sia presente il quattro cilindri 1.000 con una potenza di 48 CV che inviava la potenza a tutte e quattro le ruote attraverso il sistema 4WD sviluppato dalla Steyr-Puch.

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PREZZO DA... PICCOLO LUSSO - L'esclusiva Fiat Panda 4×4 Piccolo Lusso è in vendita presso Kaeve Cars a Uden (Paesi Bassi) a 30.000 euro.


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E' bella, non c'è dubbio, ma io non "butterei" mai 30.000 euro per un'auto vecchia, con una meccanica ormai superata e con molti ricambi oggi non più riprodotti, specie quelli della trasmissione. Molto meglio cercare un buon esemplare usato ma in buone condizioni che ancora si può trovare a 5/6000 euro.

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