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Finalmente qualcuno dice la verità

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michele131cl
Ipermonkey
bull62
131A000
8 partecipanti

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E se lo dice il presidente della Toyota...
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Anche Tavares ha tenuto un discorso simile qualche anno fà se ricordo bene...

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Chissà quando se ne accorgeranno i politici, verosimilmente quando sarà troppo tardi.

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Già sono 2 presidenti di grandi gruppi industriali che lo dicono, Toyoda e Tavares.
I politici purtroppo vanno a convenienza e agganci, in base a quelli decidono cosa e chi favorire a scapito degli altri.
Ora va l'elettrico perché hanno agganci coi produttori di batterie e con lo stesso Musk in persona, anche se è una tecnologia costosa, elitaria e inefficiente ce la faranno ingoiare a forza!

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Tempo politico (corto) e tempo industriale (medio lungo) sono diversi... Anche se pure nell'industria da qualche decennio sono i cortotermisti abituali a prendere le decisioni...

O parlano la stessa lingua a corto termine e le decisioni industriali ne patiscono, o si fà politica a lungo termine e non interessa nessuno in questi tempi di immediatezza.

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131A000 ha scritto:
Tempo politico (corto) e tempo industriale (medio lungo) sono diversi... Anche se pure nell'industria da qualche decennio sono i cortotermisti abituali a prendere le decisioni...

O parlano la stessa lingua a corto termine e le decisioni industriali ne patiscono, o si fà politica a lungo termine e non interessa nessuno in questi tempi di immediatezza.

Condivido al 100%.

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bull62 ha scritto:
Chissà quando se ne accorgeranno i politici, verosimilmente quando sarà troppo tardi.





Ma la politica italiana rinuncia a 36 miliardi di tasse benzina e diesel?

Automobilista bancomat: vedi revisione con stangata. E sui carburanti soppiantati dall’auto elettrica, la partita resta aperta

di Walter Gobbi 21/12/2020, 18:09
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Ma la politica italiana rinuncia a 36 miliardi di tasse benzina e diesel? La domanda sorge spontanea. Infatti, solo per fare l’ultimo esempio, è arrivata una stangata per la revisione periodica obbligatoria dell’auto: +22% tutto d’un botto, tutto d’un fiato. Sui carburanti soppiantati dall’auto elettrica, la partita resta aperta,

Ma la politica italiana rinuncia a 36 miliardi di tasse benzina e diesel? Dati 2019

Nel 2019, nonostante il mercato delle auto nuove e delle auto usate siano cresciuti pochissimo, il carico fiscale ha nuovamente superato i 76 miliardi di euro. Confermando i livelli dell’anno precedente anche in termini di incidenza sul totale delle entrate tributarie nazionali, pari al 15,9%.
Di questi soldi, c’è la montagna di denaro dei carburanti: tasse benzina e diesel. Con accise (tasse) e Iva (Imposta sulle tasse). Se l’automobilista è un bancomat così prezioso, come fa lo Stato (già in difficoltà) a rinunciare ad accise e Iva a favore delle auto elettriche? Si tassa la bolletta elettrica molto più di prima?
Gira voce che ci sia già ora una certa preoccupazione in taluni ambienti. Dall’auto “sporca”, dall’automobilista con benzina e diesel (quello che inquina, insomma), arrivano meno quattrini nel grande piatto dal quale attingere. Per pensioni, stipendi di altissimo livello, sanità.
Guardando ai primi 10 mesi del 2020, in seguito alla pandemia i consumi complessivi di carburanti (benzina, gasolio e Gpl) hanno subito una riduzione superiore al 18% rispetto a gennaio-ottobre 2019. Soldi che con l’auto pulita scompariranno in un batter d’occhio.

Problema comune: meno endotermiche, meno tasse

Se l’erario perde da una parte, da qualche altra parte i soldi deve prenderli. Visto anche il colossale costo della politica centrale, coi debiti dell’Italia che salgono.
Un problema comunque anche per le nazioni che puntano sull’elettrico, come la Gran Bretagna. Abbiamo una voragine di 30 miliardi di sterline se le elettriche sostituiscono le auto a benzina e a gasolio. Morale: vanno tassati gli stessi automobilisti che comprano le elettriche.


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Ho sempre sostenuto che differenzieranno la fornitura di energia elettrica domestica da quella per autotrazione. Come? Attraverso la colonnina dedicata alla ricarica di corrente elettrica da effettuarsi con apposita spina e presa nella rimessa o con presa da esterni nel cortile di casa. E con diversa tariffa, ovviamente. E due bollette differenziate. Alla fine lo Stato ricaverà dall'energia elettrica per atutrazione anche più di quello che ricaverà dagli attuali combustibili. Vedrete se non saràà così!!
Ma questo non avverrà a breve, ma solo quando la trazione sarà stata totalmente elettrificata, sempre che riescano (ammesso e non concesso in Italia) a risolvere ilproblema n° 1, cioè la produzione di tutta l'energia elettrica che servirà all'autotrazione.

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.... Hai ragione, l'ho sentito in una trasmissione della radio dedicata alle auto elettriche.
Saranno capace di riconoscere se, a casa tua, fai la ricarica della tua auto, o se fai un uso elettrico domestico, è il prezzo potrà essere di conseguenza.

Poi ormai hanno deciso, forse al livello europeo e anche mondiale, visto le problematiche dello cambiamento climatico, che la gente deve avere un veicolo, hybrid, hybrid plug-in, o elettrico.
Oggi i costruttori si lamentano, Toyota forse, con ragione, lui che è stato uno dei primi a vendere sullo mercato auto ibride, ma ricordiamo come tanti altri hanno venduto auto a gasolio fino al assurdo, poi non c'era niente, in realta, che giustificava un prezzo del gasolio piu vantagioso della benzina. Dopo la storia del dieselgate, tutto questo, e per fortuna, e stato cancellato, anche se un auto diesel, per un certo uso, è sempre un auto valida.
Questo cambiamento si farà con il tempo, visto che non tutte le persone possono comprare un auto ibrida, plug-in o elettrica ... ma alla fine si farà.

Alcuni mi dicono che le auto elettriche hanno difetti, sopratutto per l'autonomia, certo, ma ragazzi vi ricordate delle prime auto diesel, e parlo di quelle degli anni 80, per non parlare di quelle degli anni 60 o 70. Mi ricordo di avere guidato una renault 25, e anche una volkswagen passat con il motore a gasolio aspirato ... ma queste macchine sono dei chiodi !!! un incubo stradale per il manco di performance, poi 40 anni dopo, vedete com'è le auto diesel sono diventate prestazionale. Di fatto, non ho dubbio che sarà anche cosi per le auto elettriche ... basta solo il tempo.

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Per recuperare il mancato gettito sui carburati lo stato ha diverse soluzioni, oltre alla tassa sull'elettricità c'è il bollo (ora esente/ridotto sulle elettriche o ibride), e l'aumento graduale delle accise sul gasolio per portarne il prezzo uguale a quello della benzina, come pare abbia intenzione di fare prima o poi nonostante alcune smentite. Io resto convinto che attualmente per chi deve fare molta strada il più conveniente è il metano, subito dopo il GPL, nonostante alcuni svantaggi da sopportare.

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impala ha scritto:
.... Hai ragione, l'ho sentito in una trasmissione della radio dedicata alle auto elettriche.
Saranno capace di riconoscere se, a casa tua, fai la ricarica della tua auto, o se fai un uso elettrico domestico, è il prezzo potrà essere di conseguenza.

Poi ormai hanno deciso, forse al livello europeo e anche mondiale, visto le problematiche dello cambiamento climatico, che la gente deve avere un veicolo, hybrid, hybrid plug-in, o elettrico.
Oggi i costruttori si lamentano, Toyota forse, con ragione, lui che è stato uno dei primi a vendere sullo mercato auto ibride, ma ricordiamo come tanti altri hanno venduto auto a gasolio fino al assurdo, poi non c'era niente, in realta, che giustificava un prezzo del gasolio piu vantagioso della benzina. Dopo la storia del dieselgate, tutto questo, e per fortuna, e stato cancellato, anche se un auto diesel, per un certo uso, è sempre un auto valida.
Questo cambiamento si farà con il tempo, visto che non tutte le persone possono comprare un auto ibrida, plug-in o elettrica ... ma alla fine si farà.
Alcuni mi dicono che le auto elettriche hanno difetti, sopratutto per l'autonomia, certo, ma ragazzi vi ricordate delle prime auto diesel, e parlo di quelle degli anni 80, per non parlare di quelle degli anni 60 o 70. Mi ricordo di avere guidato una renault 25, e anche una volkswagen passat con il motore a gasolio aspirato ... ma queste macchine sono dei chiodi !!! un incubo stradale per il manco di performance, poi 40 anni dopo, vedete com'è le auto diesel sono diventate prestazionale. Di fatto, non ho dubbio che sarà anche cosi per le auto elettriche ... basta solo il tempo.


Non è una questione di prestazioni, impala, ma di produzione dell'energia elettrica necessaria, cioè di una quantità enormemente superiore a quella attuale. E con cosa la produrremo e come? Poi c'è la sicurezza, l'inquinamento da produzione di terre rare (che servono a produrre le batterie) e di energia elettrica.
Hai mai calcolato quanti kWh servono per fare un viaggio in autostrada? Li hai mai confrontati con il consumo attuale di casa? Io si.
Per tirarli fuori da una colonnina quei kWh e cacciarli nelle batterie, qualcuno dovrà prima farli arrivare fino alla colonnina. Non sarà un problema di facile soluzione, ma più complicato che far arrivare la benzina al distributore. Perché la benzina non la perdo lungo il tragitto, ma la la corrente elettrica si. Difatti ne arriva meno di quanta ne parte. Si chiamano perdite in linea.

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Forse sperano di compensare la maggiore richiesta di energia elettrica con il fotovoltaico, visti i continui bonus per chi installa i pannelli, comunque io penso che a lungo andare prenderà il sopravvento il sistema ad idrogeno che fornisce la corrente per il motore elettrico/batteria praticamente a costo zero dato che utilizza l'acqua e come l'elettrico ha zero emissioni (vapore acquo).

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Auto elettriche
In Texas si valuta un "superbollo" da 200 dollari


Il Senato del Texas sta esaminando un provvedimento fiscale per imporre agli acquirenti di auto elettriche il pagamento di una sorta di superbollo annuale da circa 200 dollari (quasi 168 euro). La nuova imposta è volta a risolvere uno dei maggiori problemi causati dalla mobilità alla spina: il minor gettito fiscale proveniente dalle accise sui carburanti.

Le altre imposte. Proprio per ovviare a questa situazione, non sono pochi gli Stati Usa che stanno valutando l’imposizione di nuove tasse sui veicoli elettrici. Del resto, il venir meno delle accise rischia di determinare un effetto non certo secondario: il minor gettito fiscale causa minori investimenti su infrastrutture stradali che verrebbero comunque utilizzate dai conducenti di mezzi a batteria. Anche per questo motivo, in Texas si sta pensando a ulteriori imposte: oltre al superbollo dal valore tra 190 e 240 dollari, è allo studio un’ulteriore imposta di 190 dollari per chi percorre più di 9 mila miglia l’anno e un supplemento annuale di 10 dollari per finanziare la realizzazione di infrastrutture per la ricarica. Pertanto, un eventuale automobilista rischia di pagare oltre 400 dollari per poter guidare la sua auto elettrica sulle strade texane. Le nuove imposte, in vigore dal primo settembre 2021 in caso di approvazione, andrebbero a gravare su circa 300 mila veicoli e a generare entrate fiscali per 37,8 milioni di dollari, destinate a salire a quasi 136 milioni nel 2026 con l’aumento del parco circolante.

I test in corso. In altri Stati, invece, si stanno valutando altre opzioni per compensare il calo del gettito fiscale, senza varare bolli annuali, che non tengono conto dell’effettivo utilizzo delle infrastrutture stradali. Per esempio, sono allo studio programmi di addebito automatico basati su tariffe legate alle miglia percorse o al peso del veicolo. Attualmente, sette Stati stanno conducendo dei test su appositi pedaggi stradali con l’assistenza del Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti. Altri 17 Stati, invece, hanno avviato programmi pilota per verificare l’introduzione di tariffe legate ai chilometri percorsi.

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Finirà così anche da noi, con in più che pagheremo più caro il kWh erogato dalla colonnina rispetto a quello dell'utenza domestica. Lo Stato dovrà pur in qualche modo compensare anche qui il minor gettito fiscale.

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Auto elettriche
Cingolani: "La transizione ecologica potrebbe essere un bagno di sangue"



"Per cambiare il nostro sistema e ridurre il suo impatto ambientale bisogna fare cambiamenti radicali che hanno un prezzo. Di conseguenza dovremo far pagare molto la CO2 con conseguenze, per esempio sulla bolletta elettrica". Con queste parole, in un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, Roberto Cingolani ha sottolineato come la transizione energetica "potrebbe essere un bagno di sangue". Il ministro ha poi delineato tempistiche estremamente dilatate per la diffusione su larga scala dei veicoli a batteria e di nuove infrastrutture green, arrivando a parlare del 2050 come data in cui il nostro continente potrebbe effettivamente raggiungere l'obiettivo dell'impatto zero sull'ambiente.
29 mila nuove colonnine in arrivo. "Il problema - prosegue il ministro della Transizione ecologica - non è solo se noi raggiungiamo l’obiettivo della transizione energetica e ambientale. Il problema è se ci riusciamo tutti insieme. Noi siamo solo una parte dell’Europa e l’intera Europa emette solo il 9% della CO2 del mondo. Il resto dell’inquinamento viene da altri Paesi e altri continenti. Se non riusciremo a convincerli, a impegnarsi anche loro, anche i nostri obiettivi saranno a rischio. Noi comunque dobbiamo impegnarci a fare fino in fondo la nostra parte". Cingolani ha parlato anche degli obiettivi che il governo italiano ha fissato e che sono stati "concordati con l’Europa, che ci ha messo a disposizione buona parte dei fondi. Innanzitutto lavoriamo sulla mobilità sostenibile. Che prevede un cambio di infrastrutture e di sistemi produttivi molto significativo. Il programma è di aggiungere 29 mila colonnine elettriche per la ricarica delle automobili a quelle attualmente esistenti".
La gigafactory. Tra i temi toccati dal ministro della Transizione ecologica durante l'intervista c'è stato anche quello della nuova gigafactory che potrebbe nascere in Italia, nel Mezzogiorno, magari a Melfi, o forse in Piemonte, a Mirafiori: "Dobbiamo diventare autosufficienti dal punto di vista della produzione delle batterie. Il governo pensa che sia un bene per l’Italia che la gigafactory per la loro produzione si faccia in Italia. Dove costruirla dipende dalle scelte dei produttori, in questo caso Stellantis, e dei territori interessati. Da una parte ci sono aree, come quella di Torino, che hanno le competenze e una tradizione consolidata nel settore dell’auto. Dall’altra ci sono territori nel Sud, che hanno seri problemi di riconversione del loro impianto produttivo". Nelle ultime ore, il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ha confermato di aver messo a punto un dossier pronto per essere inviato a presidente del Consiglio Mario Draghi: "Noi rivendichiamo fortemente la localizzazione in Piemonte e mi auguro che il governo sappia dire la sua. Parliamo di investimenti che il privato da solo non può fare e quando uno paga il conto può anche decidere qualcosa dei piatti che vengono serviti. La decisione è politica. La nostra candidatura deve essere condivisa da tutti". La risposta di Cingolani non è tardata ad arrivare: "Non spetta ai governi la scelta della sede, ma ai produttori e ai territori. L’importante è che sia in Italia. A me spetta favorire il successo del Paese: garantisco la massima laicità".


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Roberto Cingolani mi sembra molto equilibrato e razionale, al contrario di chi l'aveva strombazzato come lo Speedy Gonzales della transizione ecologica....

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Bisogna sempre pensare a cosa loro intendono (e non dicono) per mobliltà sostenibile. In auto, tutti con il monopattino, oppure a piedi? Perché questo mica lo dicono!!!

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Auto elettrica: un programma tv italiano la distrugge così

La7 ha diffuso un servizio: un viaggio da Roma a Reggio Calabria, in auto elettrica (una Renault Zoe), in 52 ore

di Walter Gobbi 25/09/2021, 14:48
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Quanto ci metti a fare da Roma a Reggio Calabria con un’auto a benzina? Sono 700 km, preferendo le autostrade, andando ad andatura giusta, attorno a 6 ore e 40 minuti. Quanto ci metti con un’auto elettrica? La7 (Piazzapulita) ha diffuso un servizio qualche giorno fa: un viaggio da Roma a Reggio Calabria, in auto elettrica (una Renault Zoe), in 52 ore. Ma davvero servono 52 ore con l’elettrica?
In realtà, la guidatrice è partita con l’auto elettrica che aveva solo il 65% di carica, non ha programmato le ricariche, ha usato colonnine lentissime. Ha percorso molte provinciale e regionali, specie in Campania. Poi ha conteggiato le ore passate a dormire in hotel, senza ricaricare la vettura, dentro le 52 ore.
In crisi di batteria, quasi scarica, la guidatrice ha accelerato, spingendo a 130 km/h. Con un mezzo elettrico, andrebbe fatto l’inverso: si rallenta, per tutelare la batteria, e magari spegne pure l’aria condizionata, che era accesa.
Insomma, tutto portava (involontariamente) ad allungare il numero di ore. La guidatrice nulla sapeva delle elettriche, della programmazione, delle app, delle stazioni di ricarica. Si dirà: questo è l’utente medio dell’auto elettrica. Sarà. Ma siccome è una nuova tecnologia, serve un minimo di preparazione, senza essere scienziati. Per intenderci: se io do a un nocchiere del 1800 un’auto a benzina con mezzo litro di verde dentro per fare la Roma-Reggio Calabria, questi ci metterà un paio di anni ad arrivare.
In questo modo, l’auto elettrica è distrutta da un programma della tv italiana. In una nazione dove la tv ha un peso specifico immenso: pochi si informano online o su carta, per esempio, visto che la strada affinché la nazione si evolva sotto il profilo dell’informazione è lunghissima. Specie per alcune fasce della popolazione, che si abbeverano solo alla sacra fonte della tv, per mancanza di cultura e sensibilità.
Ogni programma tv è ovviamente libero di proporre informazione come vuole. Dando una citycar elettrica a una conducente (ma poi, perché non a un maschio? Si voleva sottindere qualcosa?) che nulla sa delle vetture a batteria. L’utente va tuttavia anche educato e formato: gli si dà una mano ad addentrarsi nel mondo dell’elettrico, senza spaventarlo con le 52 ore di odissea nel Sud Italia.

Auto elettrica: parla Motus-E

Sentiamo la risposta del segretario generale Motus-E Francesco Naso: invita a ripercorrere il viaggio Roma-Reggio Calabria. Indirizzando una lettera aperta alla redazione di Piazzapulita. Motus-E è infatti la prima associazione costituita per la promozione della mobilità elettrica in Italia. 
“Siamo certi che con un minimo di preparazione e organizzazione, il viaggio non sarebbe sicuramente durato 52 ore. L’attuale parco circolante di veicoli a batteria in Italia è di 185.000 unità di cui oltre 93.000 elettriche pure, e tra i tanti possessori di auto elettrica sono perfettamente in grado di affrontare lunghi viaggi”, dice.
Con questa conclusione: “L’auto elettrica è un’opportunità che siamo ancora in tempo a cogliere sia per salvare l’ambiente e spingere sulla nostra industria”. Poi l’invito a fare il viaggio assieme, ma pianificato.


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Riguardo le auto solo elettriche campa cavallo intanto che crescono le colonnine e l'autonomia delle batterie, oltre al calo dei prezzi.....

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Alcune domande e risposte sull'elettrico:
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Su Quattoruote di settembre Milano Palermo in elettrica con soste programmate, a parte i tempi ricarica quello che non viene detto a sufficienza è che i costi ricarica al di fuori di casa propria sono praticamente il doppio di un tradizionale motore termico.

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 "Con soltanto auto elettriche saremo nelle mani della Cina"  

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Nuovo allarme sui danni che una mobilità privata solo elettrica arrecherebbe a economia e occupazione. A preoccupare Marco Bonometti, presidente del gruppo Omr nonché membro del consiglio generale di Confindustria, è il rischio reale di una sempre maggiore dipendenza dalla Cina, simile a quella per il gas con la Russia. In gioco, avverte Bonometti, sono milioni di posti. Il presidente di Omr, intervistato dall'Agi, ha tracciato un quadro nefasto. «Puntare solo sull'auto elettrica - ha affermato - è un suicidio. Può essere una delle soluzioni per ridurre le emissioni, ma nella situazione attuale non è sostenibile avere in Europa tutte auto a batteria: non c'è sufficiente energia, come quantità e di qualità, cioè pulita. Da parte italiana, inoltre, non abbiamo energia sufficiente per far girare stabilimenti e dipendiamo al 95% dal gas».
«La geografia dell'auto elettrica era nota da tempo - l'analisi di Andrea Taschini, manager automotive e advisor Bain - e ora si sta prendendo atto che, se fosse imposta, la dipendenza che essa creerebbe da Pechino sarebbe peggiore rispetto a quella dal gas russo. Si potevano evitare una moltitudine di proclami e investimenti semplicemente approfondendo con onestà intellettuale il tema».
La requisitoria di Bonometti si sofferma, quindi, sulle materie prime, il «cuore» delle batterie. «Mancano litio e nichel - puntualizza - ma anche se dovessero esserci in futuro, se prima dipendevamo dal gas russo, con l'auto elettrica dipenderemo da componenti che arrivano dall'Asia, soprattutto Cina e Taiwan». Insomma, «se oggi siamo in mano alla Russia per il gas, domani saremo in mano alla Cina per le batterie».
Bonometti mette in guarda la Ue sui problemi che il «tutto elettrico», previsto dal 2035, potrebbe portare a un'economia già fiaccata da pandemia, guerra e caro energia, mentre il ministro alle Infrastrutture e Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, difende con convinzione le intenzioni di Bruxelles. «L'obiettivo - dice - è accelerare la transizione ecologica, riducendo drasticamente nei prossimi 8 anni le emissioni inquinanti e climalteranti nei trasporti; per l'Italia è una grande sfida verso un modello di sviluppo sostenibile e per le nostre imprese una grande opportunità di innovazione e business».
E i costruttori? Continuano a investire miliardi sull'elettrico e annunciano gamme a batteria insieme all'addio ai motori endotermici. Ma sono convinti al 100%? Nonostante i piani già tracciati, non mancano timori e perplessità. Carlos Tavares, ad di Stellantis, intervistato da Auto, ribadisce, a esempio, che «se si vuole avere un impatto significativo nella riduzione delle emissioni, si devono diffondere tantissime auto elettriche, ma finché costano tanto, il 50% in più come ora, non rimpiazzeremo la produzione di vetture tradizionali». E aggiunge: «Bisogna poi esseri certi che l'energia per caricare le batterie sia prodotta in modo pulito. Ora non lo è. Altrimenti si sposta solo il problema all'origine della produzione d'energia, invece che al tubo di scarico». Partita apertissima.


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Che puntare solo all'auto elettrica fosse un suicidio non è che ci voleva tanto a capirlo....

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La drammatica testimonianza: “ho comprato l’auto elettrica ed è iniziato l’inferno, non fatevi fregare”

La testimonianza di un automobilista che lo scorso anno ha acquistato un'auto elettrica e adesso ha enormi difficoltà anche per piccoli spostamenti, oltre a costi di gestione esorbitanti





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La testimonianza di un cittadino italiano che nel 2022 ha acquistato per la prima volta un’auto elettrica, è diventata in poche ore virale sui social network. L’automobilista si rammarica per la scelta compiuta e denuncia le difficoltà di mobilità con il nuovo mezzo che non consente autonomia di spostamenti, facilità di ricarica ed economicità rispetto alle tradizionali auto a motore.

Riportiamo la testimonianza in modo integrale:
Da un anno sono possessore di una auto elettrica di ultima generazione. Mi sono fatto convincere dalle fandonie raccontate sul fatto che le auto elettriche sarebbero molto più convenienti di quelle con motore termico. Ebbene, posso dire con certezza, scontata sul mio portafogli, che le auto elettriche sono una colossale fregatura. L’Unione Europea, non ho ben capito con quale logica e per quale interesse, spinge fortemente per la conversione totale della mobilità dal termico all’elettrico. I principali argomenti per convincere gli utenti a passare all’elettrico sono la scelta ecologica ed il risparmio. Quanto alla valenza ecologica dei motori elettrici, non ho gli elementi per affermare se sussiste veramente ma ho seri dubbi anche in considerazione dell’enorme problema relativo allo smaltimento delle batterie esauste.
Per quanto riguarda invece la assoluta antieconomicità delle auto elettriche, e, problema di non secondaria importanza, la loro faticosissima fruibilità, ebbene qui ho solo certezze, raggiunte dopo un anno di calvario, sia pratico che economico.
Innanzitutto voglio spendere una parola sulla indegna malafede speculativa rappresentata dal costo addebitato all’utente per la energia erogata dalle colonnine pubbliche. A fronte di un costo medio della energia domestica pari ad € 0,52/KWh, ho dovuto riscontrare che per le ricariche alle colonnine pubbliche viene praticato un costo pari ad euro 0,89/KWh, ovvero quasi il doppio. Riguardo poi alla infruibilità delle auto elettriche, faccio presente che i motori elettrici di nuova generazione necessitano di batterie con una capacità di almeno 40kwh, che, a causa della rilevanza di tale capienza, necessitano di essere ricaricate quasi esclusivamente presso i punti di ricarica veloce visto che, con una ricarica lenta, per raggiungere il 100% ci vorrebbero almeno 14 ore. Quindi il problema della scarsissima disponibilità di punti di ricarica pubblici viene enormemente acuito dalla necessità di accedere esclusivamente ai punti di ricarica veloce, che sono circa il 20% della totalità. Da ciò deriva che se devi fare un viaggio, o ti prendi due giorni per fare 400 km oppure ti fermi almeno un paio di volte per ricaricare nelle postazioni di ricarica veloce, con una attesa per ogni ricarica di minimo un’ora (purtroppo anche la storia che con 20 minuti si raggiunge l’80% della ricarica è un’altra fandonia: ce ne vogliono almeno 40). Si aggiunga poi che sulla rete autostradale italiana i punti di ricarica veloce sono rarissimi, il che significa che ogni volta che si ha bisogno di ricaricare si deve uscire dall’autostrada e percorrere a volte diversi chilometri aggiuntivi per raggiungere la postazione. In sostanza un viaggio che con un motore termico richiederebbe tre ore di percorrenza, con un motore elettrico, se si è fortunati a trovare le colonnine funzionanti e libere, se ne impiegano almeno sei!
Veniamo ora alla tanto sbandierata “economicità” delle auto elettriche.
Mettiamo a paragone una piccola utilitaria con batteria da 40kWh ed autonomia di 170 km (che è la reale autonomia su percorso extraurbano rispettando i limiti di velocità, alla faccia della autonomia di 350 km dichiarata dalla casa), con la stessa utilitaria con motore termico a benzina e Gpl:
  • un “pieno” di energia effettuato collegandosi ad una utenza domestica costa € 20,80 (€ 0,52 x 40kwh = € 20,80);
  • un “pieno” di energia effettuato collegandosi alle colonnine pubbliche costa € 35,60 (€ 0,89 x 40kwh = € 35,60);
  • un pieno di 40 litri di benzina costa € 74,40 (€ 1,86 x 40lt = € 74,40);
  • un pieno di 40 litri di Gpl costa € 29,44 (€ 0,736 x 40lt = € 29,44).

Nel paragone va considerato un “piccolo particolare”: con un pieno di energia si percorrono al massimo 170 km, mentre con un pieno di benzina si percorrono almeno 680 km (considerando un consumo medio di 17 km/l) e con un pieno di Gpl se ne percorrono 560 (calcolando un consumo di 14 km/l). E qui casca l’asino:
  • costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
  • costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
  • costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
  • costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052).

Quindi, tirando le somme, un pieno di carica elettrica alla colonnina costa il quadruplo di un pieno di GPL. Il tutto senza considerare che una auto elettrica costa il 30% in più rispetto ad una pari modello termica e che una auto termica può durare anche 15 anni mentre una auto elettrica all’esaurimento delle batterie o della garanzia sulle medesime(dopo non più di 8 anni) vale zero. Alla faccia delle “scelte ecologiche” per le quali subiamo pressioni da anni: facile così, tanto paga Pantalone.
A questo punto si può giungere ad una sola conclusione: va bene il Green, il rispetto dell’ambiente, l’etica ambientalista, va bene tutto, ma non a spese nostre, non costringendoci a spendere il quadruplo, e, soprattutto, non speculandoci sopra perché quando si tratta di mettere mano al portafogli la gente non è stupida”.

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Nell'articolo sopra parlano di smaltimento delle batterie, e produrle ?

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